VOCE
Il caso
24.08.2019 - 15:55
Purtroppo, il centauro alla fine non ce l’ha fatta. Giampietro Favorido è spirato nel pomeriggio di venerdì in un letto dell’ospedale Maggiore di Bologna, dove era ricoverato da domenica scorsa. A fine marzo aveva compiuto 44 anni.
Sino alla fine familiari e amici hanno sperato con tutto il cuore che potesse reagire e riprendersi dalle conseguenze del drammatico incidente stradale in moto nel quale, insieme alla compagna, R. N, era rimasto coinvolto domenica scorsa nel Ferrarese.
In sella alla sua Honda, Giampietro e la fidanzata, con la quale conviveva da dieci anni, si stavano recando, viaggiando lungo la Ss 309 Romea, a San Marino per l’ultima scampagnata prima del rientro al lavoro dopo le ferie. Alle 11.30, all’altezza dell’Abbazia di Pomposa di Codigoro, in località Lovara, il loro viaggio è stato tragicamente interrotto da una Fiat Punto che, provenendo in senso opposto e invadendo la loro corsia nel tentativo di effettuare un sorpasso, li ha investiti in pieno. Alla guida del veicolo c’era un settantenne di Ariano Polesine, insieme alla moglie.
La situazione per i centauri è apparsa drammatica per l’imponente emorragia subìta. Mentre la compagna è stata indirizzata a Cesena, Giampietro è stato elitrasportato in ospedale a Bologna.
Per tentare di salvargli la vita, i medici l’hanno sottoposto a un complicato intervento chirurgico, necessario dopo l’amputazione della gamba sinistra e dell’avambraccio sinistro. Poi è stato posto in coma farmacologico, da cui non si è più risvegliato.
Oltre alla compagna, lascia i genitori, una sorella più grande e due nipoti. Operaio specializzato per un’azienda metalmeccanica del Piovese, Giampietro Favorido era originario della frazione di Cambroso di Codevigo, dove ancora vive la sua famiglia e dove nelle scorse sere la comunità si era riunita in preghiera intorno ai genitori.
Dopo l’incontro con R.N., una decina di anni fa si era trasferito a Pontelongo, in un appartamento del quartiere di via Galvan. In paese si era integrato perfettamente, entrando a fare parte a pieno della comunità. Negli ultimi mesi la coppia stava spostando la propria residenza a Piove di Sacco.
Giampietro, amante da sempre delle due ruote, era un motociclista esperto e prudente. Tra le sue passioni c’erano anche la bicicletta e le escursioni in montagna. Monti che erano nel suo Dna di alpino - aveva fatto la naja nella brigata “Julia” - e che lo avevano portato a diventare uno delle anime del gruppo di Pontelongo, tanto da diventarne anche l’alfiere nelle manifestazioni ufficiali. Faceva anche parte del gruppo di Protezione civile ed era uno dei volontari più attivi del museo paesano Gesta dedicato alla Grande Guerra.
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