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Diritti esclusivi
24.08.2019 - 18:22
Il giorno dopo lo scontro in Provincia che ha sancito la frantumazione della maggioranza a sostegno del presidente Ivan Dall’Ara, si pensa già a cosa fare per poter arrivare a una soluzione per l’affidamento o la proroga dei diritti esclusivi di pesca al Consorzio cooperative pescatori del Polesine. Una cosa, infatti, è emersa con certezza e unanime trasversalità: tutti i consiglieri provinciali, e pure il presidente Dall’Ara, non prendono in considerazione alcuna ipotesi che non contempli la salvaguardia del comparto ittico bassopolesano. E se qualcuno di loro pure lo pensasse, seguendo l’indirizzo che la dirigente provinciale Maria Votta Gravina ha più volte ribadito - quello della gara - non lo ammetterà mai. E’ stata trasversale e unanime, anche in chi ha votato a favore del diniego della proroga per 15 anni dei diritti esclusivi, o si è astenuto, la considerazione per il Consorzio e per i suoi 1.500 pescatori. Altrettanto chiara la confusione, scusate per il gioco di parole, che ha provocato in molti dei consiglieri la sequela di pareri, proposte e inviti dispensata da Avvocatura di stato, Avvocatura regionale, sottosegretari e dal Prefetto. Tutti importanti e che hanno testimoniato la grande sensibilità per la vicenda.
A partire dalla Regione Veneto che, in extremis, ha deciso di intervenire per cercare di calmare gli animi e tranquillizzare Consorzio e pescatori sul loro futuro. La lettera dell’assessore regionale alla Pesca, Giuseppe Pan, arrivata poche ore prima del consiglio, non ha preso tutti alla sprovvista, anzi. “Abbiamo solamente detto che, riguardo alla gestione della pesca, dall’1 ottobre prossimo inizieremo a lavorare per redigere una Carta ittica regionale che la regolamenti - ha spiegato ieri proprio l’assessore Pan - proprio perché le competenze da quella data saranno regionali. Per questo motivo, in vista del nuovo percorso che seguiremo nei prossimi mesi, auspicavamo che il consiglio provinciale di Rovigo affidasse i diritti esclusivi di pesca per un adeguato tempo. Che poi fosse di 3 anni o di 15 anni, poco importa alla Regione: noi comunque lavoreremo per trovare una soluzione attraverso la Carta ittica”. Evidente il sottintesto: la Carta ittica regionale diventerà la strada maestra, e il tempo congruo per la proroga o l’affidamento, nel mentre, è di tre anni o poco più.
“Il nostro intento è stato quello di tranquillizzare un comparto come quello della pesca a Porto Tolle - conclude Pan - nel frattempo apriremo un tavolo regionale con tutti gli attori. Abbiamo voluto arricchire la discussione affinché sia redatta una proposta che metta in sicurezza l’affidamento al consorzio almeno fino a quando la Carta ittica regionale non sarà approvata, e quindi, a spanne, dopo il 2022”. “Chiaro che poi la palla è della provincia - chiosa l’assessore regionale - sta a loro approvare questo affidamento”.
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