VOCE
VILLADOSE
31.08.2019 - 17:20
"Come (purtroppo) è stato dimostrato per la questione degli odori acri, scopo del Comitato Terre Nostre di Villadose non è creare "inutili allarmismi", ma tutelare il territorio e la nostra salute. Ora il sindaco conferma anche l'arrivo di un nuovo impianto per il trattamento della pollina prodotta dai milioni di polli allevati in Polesine e in tutto il Veneto", così il Comitato Terre Nostre Villadose dopo la dichiarazione del sindaco sull'arrivo di un impianto a biomasse in paese (LEGGI ARTICOLO).
"Ci stiamo documentando sul tipo di impatto che questo impianto avrà a livello di rischi, qualità dell'aria, aumento del traffico pesante, possibile perdita ulteriore di valore delle nostre case e attività, ecc... Il dubbio è lecito: se non avessimo sollecitato con forza la convocazione del Tavolo ambientale in questi mesi, e ancor di più negli ultimi giorni, avremmo mai saputo niente di questo progetto? L'assessore all'ambiente Novo e l'assessore alla attività produttive Paparella, tanto solerti nel deridere coloro che segnalano possibili rischi ambientali, scoprono solo ora dell'esistenza di questa impianto? Ci risulta che in Provincia il progetto fosse stato depositato già da oltre mese. Forse, con un giochetto già noto e collaudato, qualcuno confidava nelle ferie agostane per poter poi fare spallucce e dire "la legge lo consente, non possiamo più farci nulla", magari da qualche bacheca social. Ma allora, come Comitato, una domanda ci sorge spontanea: l'amministrazione eletta è un'entità priva di potere, inutile schiava della burocrazia, o potrebbe, (se volesse!), puntare i piedi, esigendo solo il meglio per i propri cittadini, evitando l'insediamento di ulteriori attività che non portano lavoro, ma portano solo disagi e aggravamento della situazione ambientale, già compromessa? Abbiamo come la sensazione che, per una qualsiasi attività che produce disagi, ormai si pensi a Villadose come sua naturale collocazione. Evidentemente qui le imprese impattanti sanno che troveranno le porte spalancate in Comune. Le porte chiuse in faccia, invece, se le ritrovano solo i cittadini, tutte le volte che chiedono trasparenza".
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