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ALLARME NELL'ADIGE

Salmonella: nessuno risponde ai nostri sindaci

Mentre Padova ha già vietato l'uso dell'acqua per l'irrigazione, restano senza replica le domande di chiarimento di San Martino di Venezze e Lusia

Adige Fiume 13

Il fiume Adige

Per ora, l'unica certezza - non che sia poco - è che tutte le utenze idriche domestiche sono al sicuro e che l'acqua è tranquillamente potabile (LEGGI ARTICOLO). Nessuno, però, allo stato, si è preso la briga di rispondere ai sindaci di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini e di Lusia Luca Prando, che hanno domandato, venerdì 30 agosto, ad Arpav e Ulss, come comportarsi, dopo che i loro colleghi e "dirimpettai" di Anguillara e Vescovana hanno dovuto emettere una ordinanza di divieto di utilizzo delle acque del fiume Adige per uso irriguo delle colture agricole, alla luce della presenza del batterio della salmonella, rilevato dalla stazione di Anguillara Veneta (LEGGI ARTICOLO).

I sindaci, infatti, partendo dell'evidenza che il fiume che bagna la sponda padovana è lo stesso che tocca quella polesana, ritengono ben difficile che il batterio possa rispettare il confine tra le due province. Nonostante questo, però, nessuno ha detto loro come regolarsi. Alcune indiscrezioni parlano di una attività di campionamento immediatamente disposta da Arpav sulle sponde polesane.

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