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Ecolab, ora scatta la fase calda

L’azienda assicura “tutti i modi per ridurre l’impatto sociale, inclusa la vendita dell'impianto”

Ecolab, ora scatta la fase calda

“Daremo il massimo supporto ai lavoratori interessati da questa decisione ed esploreremo tutti i modi per ridurre o mitigare l’impatto sociale, inclusa la vendita dell'impianto”. La dirigenza di Ecolab, la fabbrica di viale del lavoro che ha annunciato la chiusura, assicura impegno per mitigare la portata di un atto che comunque si annuncia devastante per la vita professionale di 43 polesani e per il panorama occupazionale della città.

Da domani scattano due giorni importanti per capire meglio come evolverà una crisi che per molti versi appare già segnata. Domani gli appuntamenti in calendario sono tre. Nel primo pomeriggio c’è il vertice in Confindustria per la “procedura di raffreddamento” che darà il via alla procedura di mobilità, ossia il primo passo verso il licenziamento collettivo. A seguire l’assemblea dei lavoratori per decidere le iniziative da intraprendere, fra cui potrebbe esserci un’assemblea permanente. Quindi, alle 18, il consiglio comunale aperto con la presenza massiccia di sindacati e lavoratori nell’aula di palazzo Nodari. Il giorno seguente, poi, appuntamento in prefettura per il summit convocato dalla responsabile del governo Maddalena De Luca.

La multinazionale del Minnesota dovrà spiegare i motivi che l’hanno spinta a decidere di trasferire la produzione in Francia e chiudere il sito di Rovigo. I vertici Ecolab (ex Esoform) in una stringata nota hanno anche detto che “questa decisione è stata presa dopo una revisione approfondita della rete di siti produttivi e dei clienti finali in Europa. Dall’analisi effettuata è emerso che altri stabilimenti Ecolab sono più vicini ai clienti e pertanto più adatti allo sviluppo di mercato previsto. In seguito alla comunicazione dell’intenzione di chiudere lo stabilimento di produzione a Rovigo in Italia, inizieremo un processo di consultazione con tutte le parti sociali”.

Gli interrogativi che si pongono molti osservatori e anche alcuni politici sono proprio relativi alle strategie dell’azienda. Perché, si chiedono, la dirigenza ha deciso di trasferire la produzione in Francia a pochi anni dall’acquisizione di Esoform? Forse allora non si sapeva che i clienti principali erano all’estero? Invece ora ci si porta via pacchetto clienti, brevetti, conoscenze. Articolo 1 chiama in causa la Regione Veneto affinché intervenga per regolamentare l’attività industriale di multinazionali, per evitare una fuga che lascia i territori impoveriti dal punto di vista occupazionale.

Da giorni, inoltre, girano voci di un possibile acquirente per il lo stabilimento di viale Del lavoro, indiscrezioni relative al settore oftalmico, anche se l’attività di Ecolab vicina a questa branca produttiva è cessata da tempo. Voci quindi, che al momento, non hanno riscontro. Senza contare che voci di possibili dismissioni, più o meno accentuate, sono in circolo anche negli altri siti Ecolab del nord Italia.

Intanto da domani scatta la fase calda del confronto sindacale, quasi 50 lavoratori vivranno questa fase in apprensione e con preoccupazione per il proprio futuro.

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