“Non fu truffa”. Bancario assolto

“Ho sempre creduto nella giustizia. Ora, dopo 5 anni, la verità è emersa. Sono stato accusato e umiliato ingiustamente”. Una frase che, dal 2013 a oggi, chissà quante volte avrà sognato di potere pronunciare, Ermanno Avezzù, 42 anni, di Lendinara, professione bancario, all’epoca dei fatti direttore della filiale di Veneto Banca di Conselve. Ha potuto farlo mercoledì, in Tribunale a Padova, quando è stato assolto dalle contestazioni di truffa e falsità in scrittura privata, che erano state formulate a suo carico dalla Procura a seguito della denuncia di un suo cliente, di Monselice. Una assoluzione arrivata con formula piena, come era stato richiesto dai difensori dell’imputato, l’avvocato e professore Emanuele Fragasso Junior e l’avvocato Federica Cestaro.

Al centro del caso giudiziario, un investimento da circa 500mila euro che il cliente, secondo la sua segnalazione, sarebbe stato indotto a fare, in base a un quadro dipintogli differente dalla realtà. In particolare, al momento di chiedere di rientrare della somma investita, questa gli sarebbe stata convertita in azioni di Veneto Banca, istituto di credito il cui crack ha poi tenuto banco a lungo sulle cronache. L’adesione alla proposta di investimento sarebbe risalente al gennaio del 2013.

Queste le ipotesi che, però, non hanno retto al vaglio del dibattimento. Dopo uno scrupoloso e serrato esame degli atti raccolti in fase di indagine, infatti, per l’imputato è arrivata una assoluzione piena. Il fatto che gli veniva contestato, secondo il giudice, non sussiste. “In qualità di direttore - dice Avezzù - ho sempre svolto il mio lavoro con etica e professionalità, che sono sempre state alla base del mio operare”.