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Morire nel capoluogo costerà di più

Il prezzo delle tombe raddoppierà e un giorno il Comune dovrà pagarsi quelle rimaste vuote

Morire nel capoluogo costerà di più

Il prezzo delle tombe raddoppierà e un giorno il Comune dovrà pagarsi quelle rimaste vuote

Un vero e proprio pasticcio, e anche di grandi dimensioni. Così lo aveva definito in campagna elettorale la candidata sindaco Silvia Menon, oggi (come lo era stata all’epoca dei fatti) consigliera comunale di opposizione che aveva sempre combattuto contro l’operazione cimitero. Solo che, ora, non è più possibile tornare indietro. Almeno per quanto riguarda l’iter burocratico che sta avanzando tra gli uffici comunali e che vede i tecnici “costretti” a portare a compimento una decisione politica votata sotto l’amministrazione Bergamin: quella di procedere con il progetto di ampliamento del cimitero di Rovigo. Anzi, non tanto di procedere con l’ampliamento ma piuttosto di procedere con quel determinato progetto di ampliamento. Il dirigente comunale ha infatti firmato l’approvazione del secondo stralcio del progetto esecutivo di ampliamento del cimitero del capoluogo. Quel progetto che la candidata sindaco aveva definito un disastro, che avrebbe potuto trasformarsi in un salasso per le casse comunali peggiore ancora della vicenda piscine che deve ancora concludersi. Come per le piscine, infatti, qua parliamo ancora una volta di un project financing che ora, per esser concluso comporterà un aumento esponenziale del costo dei loculi oltre al fatto che, se mai i rodigini non comprassero più loculi nel comune capoluogo, allora toccherebbe a Palazzo Nodari pagarli.

Un ampliamento del cimitero cominciato anni fa, e rivelatosi nel corso del tempo, l’ennesimo pastrocchio politico fra perdite, lavori stoppati e ripartiti, società cotte e poi salvate (ovviamente con i soldi di tutti), contenziosi giudiziari minacciati e rientrati. Tanto, alla fine, paga sempre chi non ha colpa, cioè i cittadini. E il risultato finale è quello di una società comprata a tanto, dal Comune, attraverso Asm spa, e rivenduta a pochissimo non appena la stessa società è stata messa nelle condizioni di guadagnare. Una operazione di bilancio diciamo pure geniale da parte di Asm Spa, controllata al 100% dal comune. Con il rischio concreto che alla fine proprio il Comune sia costretto a comprarsi tutte le tombe rimaste invendute.

Il project financing per il cimitero risale al 2004, epoca della giunta Avezzù (3.060 loculi, 1.008 ossari e 85 posti auto). I lavori del primo stralcio dell’ampliamento sono del biennio 2004-2006, ma i loculi sono stati quasi tutti venduti soltanto nel 2012. Dunque con anni di ritardo. La società Arcobaleno, costituita proprio per la realizzazione dell’ampliamento (formata da Cles scarl e Manutencoop), acquistata dal Comune (per il 90%), attraverso Asm spa, per 205mila euro, nel 2011, è stata poi rivenduta per soli 43.200 euro, nel 2017.

Ma non è solo il fatto della “svendita”. Il dramma è che è stata svenduta da Asm spa, con l’avvallo del consiglio comunale dell’epoca Bergamin, proprio dopo che lo stesso consiglio aveva approvato la continuazione del progetto di ampliamento del cimitero interrotto da 9 anni. La cessione è stata approvata nel 2017 con il voto di una maggioranza risicata di centrodestra. La nuova convenzione con Arcobaleno, che non è più nostra proprio nel momento in cui comincerà potenzialmente ad ottenere ricavi dalle vendite dei loculi, avrà valenza fino al 2039. Ed ora l’ampliamento torna nel vivo. Con una convenzione che stabilisce una diminuzione dell’aggio e quindi meno soldi che entrano nelle casse del comune, un aumento esponenziale del costo dei loculi che arriveranno a toccare cifra 3mila 300 euro (invece di 1900 euro) e una incredibile clausola che prevede che nel 2039, allo scadere della convenzione, qualora vi fossero ancora tombe invendute le pagherà il comune, e quindi i cittadini.

Il valore dell’intera operazione supera i 15 milioni di euro ed ha una durata di 20 anni. Mettendo in fila le parole project financing, convenzione, clausola, milioni di euro a cosa viene da pensare? Incrociamo le dita, tutti insieme, ma ricorda davvero troppo un progetto di finanza che sappiamo benissimo tutti com’è andato: quello delle piscine, che ora lascia al Comune un debito di 6milioni e 700mila euro, oltre al lodo da 1 milione e 400mila euro, e ai soldi spesi per le “ore nuoto”. E questo con un project dello stesso periodo da “soli” 10 milioni. Non 15milioni come il cimitero. Speriamo bene.

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