VOCE
TRIBUNALE
03.10.2019 - 21:29
Il giudice ha deciso: assolta l’ex assessore Patrizia Osti. “Nulla di contrario alla legge”
“Il fatto non costituisce reato”. E’ con questa formula che i giudici del Collegio di Rovigo non solo hanno assolto dall’accusa di abuso d’ufficio l’ex assessore comunale di Adria della giunta Barbujani Patrizia Osti, ma hanno anche messo un punto fermo in una vicenda che proseguiva ormai da anni e che, a livello politico, aveva scatenato un putiferio ad Adria, con infuocate polemiche politiche, un esposto, una “coda” alla Corte dei conti, finita poi in nulla, e un lungo strascico di accuse e controaccuse.
E sì che, originariamente, lo scopo doveva essere, semplicemente, quello di portare il turismo ad Adria, inserendo la città etrusca in un circuito di visitazione. E’ sulla base di queste premesse che nacque il progetto “Borghi Autentici”, che vide l’amministrazione comunale aderire alla proposta fatta da una associazione attiva in questo campo.
Il progetto, poi, non andò come si pensava e vi furono numerosi problemi. Quel che, però, interessava alla giustizia penale era il meccanismo con il quale sarebbe stato deciso di aderire. Si sarebbe, infatti, proceduto con un sostanziale affidamento diretto, laddove sarebbe stata, secondo l’accusa, necessaria una gara, come sempre avviene quando un Comune decide di affidare un servizio. Da qui la contestazione di abuso d’ufficio.
Radicalmente differente la versione dei fatti della difesa, affidata all’avvocato Marco Casellato di Adria, che ha sempre spiegato come, in questo caso, non si stesse procedendo a una gara d’appalto come, per esempio, per lavori pubblici, o per acquisto di materiale o altri servizi per la pubblica amministrazione.
Si sarebbe, al contrario, trattato di accogliere una proposta relativa a un progetto specifico, un servizio che non figura sul mercato elettronico della pubblica amministrazione. Non a caso, durante la discussione, l’avvocato Casellato ha portato l’esempio della Regione Puglia, che ha aderito allo stesso progetto, con la medesima procedura, senza che nessuno avesse nulla a che ridire. Alla fine, anche l’accusa ha chiesto l’assoluzione, disposta dai giudici. Soddisfazione da parte dell’avvocato Casellato. “Riteniamo - spiega - di avere smontato il capo di imputazione che veniva contestato alla mia assistita”.
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