VOCE
Economia
05.10.2019 - 18:34
Pronti a qualcosa di clamoroso. I sindaci polesani stanno ancora percorrendo la via istituzionale per cercare di far arrivare la Zes al territorio polesano. Ma in caso di niet da parte del governo sono pronti a farsi sentire.
Il primo cittadino di Polesella, Leonardo Raito, anticipa che in caso di no alla Zona economica speciale per Marghera e il Polesine “Sceglieremo forme di protesta visibile e rumorosa”. Il sindaco di Canaro, Nicola Garbellini, invece, aggiunge che “se non ci daranno ascolto andremo a piedi fino a Roma”. I due sindaci del Pd, anche se Raito si è autosospeso dalle cariche di partiti e sembra vicino a Italia Viva di Renzi, non sono certo tipi da toni barricaderi e se arrivano ad annunciare forme di protesta significa proprio che il tema della Zes è in cima alla lista delle priorità dell’intero territorio. E infatti nelle ultime settimane sono stati tantissimi i sindaci polesani, di Bergantino, Lendinara, Occhiobello, Rovigo e dell’intero territorio provinciale) ad aver definito la Zes come lo strumento principale per rilanciare economia, sviluppo e occupazione in provincia di Rovigo.
A frenare sulla istituzione della Zes nel basso Veneto, sembra essere il ministero del Sud, e proprio per questo il vicepresidente di Confindustria Gian Michele Gambato in più occasioni ha posto la questione settentrionale. Il rischio cioè di penalizzare il Nord Italia per non voler concedere sostegno a determinate aree deboli a nord di Roma. E il Polesine, a detta di tutti, è proprio una di queste aree bisognose di aiuti. Linea programmatica, in definitiva, certificata anche dall’Unione Europea che ha inserito i 16 Comuni polesani da Polesella a Melara e l’area di Marghera fra quelle dove possibile istituire aree Zes (zona dove poter defiscalizzare determinati nuovi insediamenti produttivi).
Ed è anche per tutto questo che l’appuntamento decisivo sembra essere quello del confronto con il ministro del Sud Giuseppe Provenzano, un vertice chiesto dagli amministratori polesani e dalle categorie economiche. E infatti Raito precisa: “Abbiamo contattato il sottosegretario Baretta, lunedì dovrebbe essere fissato l’incontro col ministro Provenzano al quale andremo tutti noi. E chiederemo chiaramente che l’istituzione della Zes sia inserita nella prossima manovra finanziaria”. La determinazione dei sindaci, quindi non viene meno, anche perché ormai siamo ai giorni decisivi. L’esecutivo Conte, ma il Conte 1, attraverso l’allora ministro Lezzi, si era impegnato a inserire l’istituzione della zona speciale nella legge di bilancio. Allora questa decisione era stata giudicata una sorta di compromesso, in quanto Confindustria e sindaci avevano chiesto l’inserimento Zes nel decreto Crescita, per far partire subito il piano industriale definito da Confindustria. Poi il Conte uno è caduto, lasciando spazio al Conte due e al ministro Provenzano. Che fa parte del Pd, i cui esponenti veneti e non solo da tempo hanno appoggiato il piano Zes. Ecco allora che non dare ascolto alle istanze che partono dall’intero quadro politico-sociale del territorio (categorie economiche a partire da Confindustria, sindacati, sindaci, partiti politici), vorrebbe dire tagliare le gambe alle aspirazioni di rilancio di ben più di una singola area geografica.
Nei giorni scorsi il ministro Provenzano aveva anticipato che “ci sono vincoli normativi stringenti, ma sto studiando il dossier in vista di un incontro con gli attori locali”.
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