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Via Calatafimi

“Siamo prigionieri in casa nostra”

“Strada dissestata e in parte chiusa, e noi costretti a grosse spese per affrontare lunghe deviazioni”

“Siamo prigionieri in casa nostra”

 Via Calatafimi strada delle polemiche. Per il mancato rispetto del divieto di transito in via Calatafimi, con abbandono di rifiuti i lati di questa strada. Ma ora si alza anche la segnalazione di alcuni residenti che lamentano di essere prigionieri di un divieto di transito che li obbliga a deviazioni chilometriche, e costose. una quindicina di chilometri in più per raggiungere abitazione, servizi e luoghi di lavoro, su una strada a tratti dissestata. E lamentano anche l’indifferenza per la loro condizione.

E’ Giuseppe Borella, residente lungo la via a segnalare che “parlo anche a nome di altre due famiglie perché in via Calatafimi, nel tratto dall’incrocio con via Teano fino al confine con il Comune di San Martino, a dicembre del 2018 è stato istituito un assurdo senso unico. Il precedente comandante della polizia locale aveva pensato bene (con una perizia) di far dichiarare solo quel tratto di strada arginale che costeggia il Ceresolo, troppo stretta e troppo dissestato per il doppio senso di marcia. Allo stesso tempo però, incredibilmente, ha concesso a tir ed autoarticolati a pieno carico, di transitare su quella strada in senso unico fino ad aprile 2019”.

Per i residenti di via Calatafimi “tale insensata concessione ha ha fatto sì che i mezzi pesanti hanno distrutto completamente la strada costringendo le autorità ad impedirne il transito. Dal 12 dicembre 2018 noi residenti, tre incolpevoli famiglie, stiamo sostenendo spese assurde e ingiuste perché ogni qualvolta dobbiamo recarci a Sarzano a Rovigo, siamo costretti a compiere un giro inverosimile per il centro di Villadose per poi tornare indietro, allungando ogni volta il tragitto di 15 chilometri. Questo notevole disagio economico ed esistenziale sta perdurando da 10 mesi nella totale indifferenza. Io chiedo di dare voce a queste tre famiglie che per più di trent’anni hanno sopportato il via vai di camion diretti alla discarica senza mai chiedere nulla e che ora stanno subendo un’ingiustizia gratuita che non meritano”.

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