VOCE
ROSOLINA
09.10.2019 - 18:58
Cinquantenne si ritrova sotto processo perché li avrebbe affrontati armato di coltello
Il capo di imputazione sono tre righette scarse. Un 50enne originario di Chioggia, ma residente a Rosolina, si ritrova sotto accusa per minacce perché, nella primavera di tre anni fa, avrebbe minacciato un ragazzino di poco minorenne, con un coltello in mano. Detto così, parrebbe essere davvero uno dei tanti episodi, più o meno gravi, che, quotidianamente, vengono trattati in Tribunale a Rovigo.
La deposizione dell’imputato, però, difeso dall’avvocato Tommaso Rossi del foro di Rovigo, ha riservato non poche sorprese, alla luce delle dichiarazioni che ha reso al giudice Sarah Zen. E’, ovviamente, la sua versione dei fatti. Non va presa come oro colato, bensì con tutte le cautele del caso.
Il racconto è stato, comunque, lungo e circostanziato, in alcuni passaggi anche toccante. L’imputato ha infatti spiegato di avere a lungo vissuto in una specie di incubo. "Eravamo persino privi di uscire sul poggiolo - ha detto al giudice - perché immediatamente scattava la sassaiola. Mi sfidavano, mi dicevano che mi avrebbero spezzato le gambe, quando rientravo mi urlavano 'Ecco, è tornato l’idiota'". A perseguitarlo sarebbero stati un gruppetto di ragazzini, pronti allo scontro con lui.
Una situazione, insomma, pesantissima, della quale avrebbe fatto le spese anche la compagna, che pure ha deposto in Tribunale a Rovigo. "Offendevano anche la mia compagna, le gridavano che erano una puttana - ha proseguito - mi dicevano di scendere che mi avrebbero picchiato".
E’ in questo contesto, a suo avviso, che andrebbe inserito l’episodio del coltello. Un giorno, una partita a pallone dei ragazzini avrebbe provocato un po’ troppo trambusto e qualche danno. In breve ne sarebbe nata una lite, con le solite offese al cinquantenne che, aggredito verbalmente mentre stava cucinando, sarebbe uscito col coltello.
"Neppure mi ero reso conto - ha detto al giudice - di averlo in mano. Io non ho mai fatto male a nessuno e non ne volevo fare. E’ stata la mia compagna che, vedendomi uscire, mi ha subito preso il braccio dicendomi: ‘Fermo, hai il coltello, cosa fai’".
Una versione dei fatti che, ora, starà al giudice valutare. La sentenza potrebbe arrivare già nel corso della prossima udienza, dopo il rinvio disposto martedì in Tribunale, al termine dell’esame dell’imputato e della consorte.
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