VOCE
Lo stato di agitazione
12.10.2019 - 19:29
Un vigile del fuoco controlla un mezzo di soccorso
La protesta al ministero: “Ma scriveremo anche a Zaia. Le calamità ci trovano impreparati”
Venti vigili del fuoco in organico, ma di fatto non presenti nelle squadre e nei turni, mezzi che risalgono al 2004 e che durante i soccorsi mettono a repentaglio la stessa vita dei soccorritori. O che comunque sono sempre in assistenza, mozzando le gambe a un comando, quello dei pompieri di Rovigo, che è sempre comunque pronto durante le emergenze del territorio, un fiore all’occhiello del Polesine.
Il sindacato Conapo in questi giorni ha dichiarato lo stato di agitazione in tutto il Veneto, e ha promosso una battaglia che è tutta regionale, anche per alcune scelte legislative che penalizzano il Nord.
“C’è una carenza di 20 persone - spiega Loris Dentello, vice segretario del Conapo Rovigo - perché arrivano nuovi vigili del fuoco, appena usciti dai corsi. Ma, visto che arrivano dal Sud e hanno magari qualche esigenza familiare, come bimbi piccoli fino a tre mesi o altro, vengono trasferiti. Il problema è che risultano nel nostro organico. Di questi 20, inoltre, ne abbiamo 8 che sono fuori servizio, non possono fare soccorso perché effettivamente dopo anni di lavoro hanno subito operazioni e anche per questioni fisiche non sono adatti alle operazioni di soccorso. Anche queste però, sono inserite nel soccorso”. Un problema che pesa sui turni dei nostri angeli dell’emergenza.
I mezzi, poi, “sono pericolosi anche per le persone che li guifano, alcuni non sono idonei, altri mancano delle tecnologie avanzate che consentirebbero di essere più efficienti nel soccorso - denuncia Dentello - Senza contare che su un mezzo vetusto ci voglioni costantemente milioni di euro di manutenzione che il cittadino paga”.
Il motivo della protesta è la scarsa attenzione del Ministero dell’Interno. “Da anni ci dicono che mancano i soldi, ma questa scusa non convince più”, conclude il vigile del fuoco polesano.
Ecco che la Regione verrà presto chiamata in causa con una lettera a Luca Zaia. Che, lo ricordiamo per dovere di cronaca, sta ancora aspettando di ottenere l’autonomia dal governo passato e presente.
Il servizio completo oggi 13 ottobre sulla Voce di Rovigo
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