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Quattro bar dove ci si sente a casa

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei locali della città

Gente che va, gente che viene, persone che si informano sugli orari, ragazzi che aspettano il treno o la corriera: il bar della stazione è ovunque un luogo di passaggio frenetico, è la porta d’ingresso di Adria, soprattutto ogni mattina quando centinaia di studenti con i loro carichi scendono dal bus o dalla littorina per diradarsi verso gli istituti scolastici. Così pure per i tanti pendolari che si servono dei mezzi pubblici per andare al lavoro. Ecco il bar Station Cafè.
E per dire “Welcome” a tutte le persone che arrivano in città, oggi mattina ci sono Chiara e Valentina, madre e figlia, con il loro sorriso inossidabile dalle 5.30 alle 20.30 quando salgono in auto per tornare a Crespino.

C’è un angolo della città dove si può gustare la massima tranquilla, un angolo del silenzio, del riposo, dell’ispirazione: è il bar Marconi, nell’omonima strada, ma con ingresso nella piccola galleria del condominio. E’ l’angolo frequentato dai musicisti: studenti e insegnanti.
A 50 metri si trova villa Mecenati, sede del conservatorio Buzzolla, alla stessa distanza, dalla parte opposta, si trova la sede staccata di via Arzeron. Dietro il banco da 29 anni sta Maria Anita che tutte le mattine si alza alle 4 per far trovare tutto pronto alle 6 quando la macchina del caffè comincia a sfornare i primi cappuccini.

C’è un luogo dove il tifo calcistico di diversi colori sa convivere. Non è che juventini, interisti e milanisti si abbraccino, non si può arrivare a tanto, ma sanno stare insieme a guadare le partite anche quando la tv trasmette le partite degli uni contro gli altri.

Ogni tanto qualche urla squarcia il silenzio delle tenebre sopra via Nova dove un tempo sorgevano i capannoni Partegnani e la Riseria Curti. A compiere il miracolo di tanto “Respect” , come vuole la Uefa, è Maila che da 14 anni gestisce il Fly caffè, con la collaborazione di Fiorella e Francesca.

“Ma dai, ti pare questo il nome di un bar? “Ma dai”. “Ma dai che cosa?”. “Ma dai è proprio il nome del bar”. “Ma dai, non mi dire!”. E’ stato un vero e proprio colpo di genio quello di Chiara, da premio Nobel del marketing, quando mesi fa ha deciso di prendere la gestione del bar.

E un colpo di genio dove può avvenire se non in via Guglielmo Marconi, uno dei più grandi geni della storia? Lei assicura che è nato per caso, proprio mentre si sceglievano le diverse opzioni, quando qualcuno ripeteva “Mai dai” per bocciare questo o quel nome.

Chiara ha di colpo al volo l’idea geniale. Ha lavorato diversi anni in un laboratorio, poi ha sentito l’esigenza di mettersi in proprio, così ha deciso di fare la barista, prima in un locale in una stazione di servizio di carburanti, adesso in una delle strade principali della città.

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