VOCE
VIOLENZA SULLE DONNE
14.10.2019 - 21:14
Gravissime le condizioni di Giulia Lazzari, 23 anni. Domani il marito, 28enne, parlerà al giudice
Ora è difficile sperare. Gli ultimi aggiornamenti che trapelano dall’ospedale parlano di condizioni gravissime, quasi disperate, per Giulia Lazzari, 23 anni, la giovane cameriera di Adria, strangolata, secondo le accuse, dal marito Roberto Lo Coco, 28 anni, con il quale aveva una bimba di 4 anni, nella loro abitazione di via Chieppara. Giulia è sempre ricoverata in ospedale a Rovigo, in Terapia Intensiva, ma pare che lo strangolamento abbia provocato danni devastanti alla ragazza.
Domani, intanto, il 28enne, arrestato su disposizione del giudice per le indagini preliminari, comparirà di fronte al magistrato, per l’interrogatorio di garanzia, difeso dall'avvocato Anna Osti. A quanto si apprende, a oggi non avrebbe negato il gesto. Le indagini, seguite dai carabinieri della Compagnia di Adria, hanno consentito anche di ricostruire quanto sarebbe accaduto, martedì 8 ottobre, verso le 17, nell'abitazione.
Sullo sfondo di tutto, un matrimonio che sarebbe stato in difficoltà da mesi, col 28enne che avrebbe fatto uso di eroina e la ragazza ormai stanca di quel rapporto e delle sue problematiche. Sarebbe stato lo stesso Roberto ad ammettere quanto avrebbe fatto, sia a sua madre che alla zia di Giulia. La madre, tra l’altro, ascoltata dai carabinieri, avrebbe confermato che il figlio, con lei, aveva ammesso di essere l’autore dello strangolamento e avrebbe precisato, di fronte ai militari, di essere fermamente intenzionata a denunciarlo per quanto fatto.
Allo stato, c’è anche una ipotesi di ricostruzione su quanto sarebbe accaduto in quei tremendi minuti. Roberto avrebbe avvicinato Giulia, dicendole che, anche se sapeva che il rapporto era finito, la avrebbe amata per sempre e domandando un ultimo abbraccio.
Cosa sia accaduto, e perché, sarà verosimilmente materia del contendere tra le parti nelle prossime fasi del procedimento penale. Con la difesa che, presumibilmente, vorrà verificare, anche con una consulenza psichiatrica se, perlomeno in quel frangente, il giovane indagato fosse o meno in grado di intendere e di volere. Sta di fatto che, all’improvviso, il contegno di Roberto sarebbe cambiato. Avrebbe detto a Giulia una frase del tipo: “Se non ti avrò io, non ti avrà nessun altro”. Poi le sue mani avrebbero iniziato a stringere il collo della giovane.
A fermare l’aggressione sarebbe stato il fratello di Roberto, che vive con i due coniugi e che ha lanciato l’allarme, alle 17.17 di quel giorno. Il 28enne avrebbe tentato il suicidio, non riuscendo nel proprio intento.
Un’ulteriore ammissione dell’accaduto sarebbe arrivata, poi sotto forma di un messaggio inviato da Roberto a un vicino di casa. “Non ero in me”, avrebbe scritto. “Mi sono fermato in tempo”. Poi, una sorta di “testamento”: “Quando Giulia si riprenderà datele appoggio e quello di cui avrà bisogno”. Ma che Giulia si riprenda, purtroppo, davvero non è certo. Anzi. Le previsioni, come detto, appaiono, purtroppo, pessimistiche. Ma ovviamente la speranza di tutti è che ce la faccia. Per lei e per la sua bimba! Forse Roberto potrebbe non essersi fermato in tempo. Forse quell’abbraccio potrebbe davvero diventare l’ultimo. Di sicuro, secondo l’accusa, non era un abbraccio. O non solo un abbraccio.
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