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L'età dello zucchero

Un’avventura lunga 18 anni

Lo stabilimento di Ca’ Venier aprì dopo l’alluvione: si fermò nel ’69.

Un’avventura lunga 18 anni

Sulle acque del Po, tutte le mattine, per andare a lavorare allo zuccherificio. Da Porto Tolle a Ca’ Venier e ritorno, sulla “monsa”, il traghetto che solcava le acque del fiume. Sirena alle 6, poi alle 14, poi alle 22 e di nuovo alle 6: il ciclo produttivo, quando era “stagione”, non si fermava mai. Ventiquattr’ore su ventiquattro, per 12mila quintali di zucchero. Per una storia lunga “appena” 18 anni: dall’indomani della grande alluvione del 1951 al 1969, quando lo zuccherificio chiuse i battenti per sempre. Dicendo addio a 60 posti di lavoro fissi e 150 stagionali: una manna per un territorio storicamente in difficoltà.

Una volta chiuso lo stabilimento - ricorda un ex operaio - molte famiglie ne risentirono: il lavoro non c’era più”, e un intero sistema crollò. Chi produceva barbabietole, dal 1970 cominciò a portarle allo zuccherificio di Porto Viro, che era appena stato costruito ed era - all’epoca - considerato il più moderno e innovativo: aveva una capacità di lavorazione dieci volte superiore al “gemellino” di Ca’ Venier. Al posto dello stabilimento di Ca’ Venier negli anni ’80 venne aperta un’attività di imballaggio di frutta e ortaggi, a cui successe negli anni ’90 un’altra attività, di produzione di tappeti per i prati e per il giardinaggio. Poi, più nulla. Nel 1997 chiuse anche il traghetto, soppiantato ormai dal ponte tra Ca’ Venier e l’isola della Donzella, costruito (anche) a servizio della centrale di Polesine Camerini.

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