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FIESSO UMBERTIANO

“Basta con il trasporto disabili”

L’annuncio shock della Nike Kai Dike: “Purtroppo dobbiamo adeguarci al codice degli appalti”

“Basta con il trasporto disabili”

Tra qualche giorno la cooperativa sociale Nike Kai Dike non effettuerà più il servizio per il trasporto disabili in Polesine. “Congediamo solo la nostra flotta pulmini a breve. Un servizio fatto con il cuore per 29 anni nel nostro territorio ma continuiamo a lottare per la disabilità, con ogni forma di umanità e rispetto acquisiti in questi lunghi anni e proseguiamo il nostro cammino per il nostro grande obiettivo: la persona e la sua dignità. Confidiamo di portare una nuova flotta di umanità per il futuro in altri territori”.

Con queste parole, postate sulla sua pagina Facebook, la Nike Kai Dike ha annunciato con rammarico il termine del suo apprezzato servizio rivolto al trasporto disabili. Era in funzione dal 1992, quotidianamente si occupava di trasportare dalle loro case alle diverse strutture polesane, parecchi ragazzi affetti da disabilità.

“Sono stati 28 anni rivolti alle persone diversamente abili e alle loro famiglie in modo responsabile umile e collaborativo. Ringraziamo tutti i ragazzi diversamente abili che hanno reso questo lavoro speciale e tutti i nostri operatori che hanno contribuito a rendere il servizio a loro volta unico. Grazie di cuore” si legge in un altro post.

Purtroppo, nei mesi scorsi, la cooperativa polesana ha visto affidare il servizio ad un’altra azienda, non del territorio, con la triste conseguenza di dover chiudere dopo quasi trent’anni di impegno nel sociale, un servizio importantissimo rivolto ad una fascia debole del nostro territorio.

“Ormai il mondo funziona così - spiega il presidente Renato Casari - la comunità europea e l’Italia si sono adeguate al codice degli appalti che bisogna rispettare. Ormai si fanno le gare e le gare, purtroppo, le vincono gli altri. Confido che almeno venga dato un occhio di riguardo ai lavoratori e che la nuova ditta che subentra dia occupazione a tutti loro - conclude Casari. Le gare europee, il codice degli appalti, non hanno sentimenti”.

Sulla "Voce" di sabato 26 ottobre l'articolo completo.

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