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LA STORIA

“La mia seconda patria è qui”

“Tanta nebbia e freddo. Qualche abitudine diversa. Ma qui c’è la mia famiglia”

“La mia seconda patria è qui”

Venti anni fa è arrivato a Rovigo per giocare a rugby da Città del Capo, aveva 23 anni e lavorava in un’azienda agricola. Polla Roux ex campione ed ex allenatore rossoblù in Polesine ci ha messo su famiglia e ci ha fatto due figli, Leonardo 12 anni ed Edoardo, 8.

Nel 2011 ha ottenuto la cittadinanza italiana e anche se nel frattempo ha lavorato in mezzo mondo, da Shanghai, alla Thailandia a Taiwan, tornando sempre in Sudafrica, non ha più lasciato Boara Polesine e la sua casa in campagna. “Rovigo è la mia seconda città dopo Cape Town - racconta orgoglioso - Tutto è iniziato nel 1999 grazie a Giancarlo Checchinato. E’ venuto in Sudafrica e io allora gestivo un’azienda agricola. Allora lui per convincermi mi ha fatto vedere la sua azienda, la Romanina, dove poi mi sono sposato. In più a Rovigo era venuto a giocare Naas Botha, era il massimo venire a giovare a Rovigo, conosciuta per il rugby anche in Sudafrica. Così sono arrivato”.

Ora che la sua avventura sui campi è finita (quest’anno ha lasciato la Valsugana che allenava), Polla Roux va al Battaglini a seguire gli allenamenti dei figli e lavora a Padova in una multinazionale del settore primario.

“Ma Rovigo non la lascio, mi piace la dimensione di piccola città. Per raggiungere Padova impiego 20 minuti di autostrada e mezz’ora per raggiungere il centro. E’ più stressante. Rovigo, invece, è a dimensione d’uomo”.

Il Polesine non è stato però sempre accogliente: “Mi ricordo la nebbia del 1999, giorni e giorni grigi senza vedere la luce. Da noi l’inverno non esiste, si arriva ai 15 gradi, piove, ma poi spunta il sole. Qui è stata dura i primi tempi - ricorda - Poi c’era il problema della lingua. Uscivo la sera con i miei compagni di squadra e allora non c’era nessuno o quasi che parlasse l’inglese. Poi man mano ho imparato l’italiano e ho cominciato a divertirmi”.

A Boara Polesine da qualche anno c’è una “little South Africa: ci ha abitato Jeff Montauriol, ora nel Verona e ci abitano Stefan Basson e Joe Van Niekerk. Rovigo, dunque, ha la capacità di trattenere gli stranieri che sono passati per il Battaglini. “A Boara si vive all’aperto sarà per questo”, dice Roux.

Sulla "Voce" di martedì 29 ottobre l'articolo completo.

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