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REDDITO DI CITTADINANZA

Possibile stop al reddito di cittadinanza per 200 polesani

In Polesine lo stop alla misura potrebbe riguardare 200 persone su oltre 2mila beneficiari

Possibile stop al reddito di cittadinanza per 200 polesani

In Polesine lo stop alla misura potrebbe riguardare 200 persone su oltre 2mila beneficiari

In Polesine, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, a beneficiare del reddito, o pensione, di cittadinanza, sono state 2.120 persone, mentre le domande respinte o cancellate sono state 1.318. Oltre 2mila persone, quindi, hanno percepito un sussidio economico pur non avendo fatto nulla, e non dovendo nemmeno attivarsi per accettare o cercare una occupazione, in quando l’opera dei navigator e dei Centri per l’impiego, almeno su questo fronte, è ancora zoppicante.

Ieri è stata diffusa la notizia della revoca del sussidio a circa 100mila nuclei familiari in tutta Italia. Il motivo? Mancata presentazione delle integrazioni richieste, circa lo stato della fedina penale e che non vi sia in essere un rapporto di lavoro in nero o d’altro tipo. Insomma migliaia e migliaia di furbetti del reddito che ora sono stati “bocciati”. Negli ultimi mesi, sono stati scoperti diversi casi in cui i beneficiari si sono rivelati falsi poveri.

Dal prossimo mese, quindi, circa 100mila famiglie non riceveranno più il reddito di cittadinanza. La motivazione che si trova dietro alla sospensione del sussidio è la mancata integrazione delle domande di richiesta del reddito presentate a marzo, e questa mancanza da parte dei cittadini potrebbe far risparmiare allo Stato circa 2 miliardi di euro. In base agli ultimi dati gli italiani che hanno percepito il reddito di cittadinanza sono stati 982mila. Emerge così che il 10% circa di questi beneficiari sarebbe un furbetto del reddito. Se la stessa proporzione evidenziata a livello nazionale si riproponesse anche a livello locale significa che in Polesine la revoca potrebbe toccare circa 200 persone.

Le dichiarazioni da integrare erano principalmente 2: la prima doveva confermare di non aver subito condanne negli ultimi 10 anni, mentre con la seconda si dimostrava che i disoccupati del nucleo familiare non si erano licenziati autonomamente. Se, invece, i richiedenti sono extracomunitari devono presentare un’apposita documentazione delle autorità competenti del loro Paese di origine, tradurla e successivamente farla bollare.

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