VOCE
Porto Viro
01.11.2019 - 18:08
Sono stati tutti rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Bari Francesco Agnino i 32 indagati (30 persone fisiche e due società) nell’ambito dell’inchiesta per il tragico naufragio della nave Norman Atlantic, verificatosi nella notte tra il 27 e il 28 dicembre del 2014 nel canale d’Otranto davanti alle coste albanesi.
La prima udienza si terrà il 26 febbraio davanti alla seconda sezione penale del tribunale del capoluogo pugliese. Sul traghetto, subito dopo la partenza dalla Grecia, e prima dell’arrivo ad Ancona, porto di destinazione, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014 scoppiò un incendio devastante.
Le fiamme e il successivo naufragio provocarono la morte di una trentina di persone (parte delle quali mai ritrovate) e il ferimento di oltre 60.
Agli imputati sono contestati, a vario titolo, i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime, oltre a numerose violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione.
Le indagini sono state svolte dai pubblici ministeri della procura di Bari Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano che poi hanno chiesto il rinvio a giudizio.
L’incendio si sarebbe originato dal ponte 4, probabilmente da un camion frigo.
Tra gli imputati l’armatore della Visemar di Porto Viro Carlo Visentini, il comandante della nave Argilio Giacomazzi, altri membri dell’equipaggio, i due rappresentanti legali della società noleggiatrice, la greca Anek.
Sotto accusa in particolare gli errori nella valutazione dei rischi e nella organizzazione delle operazioni di spegnimento dell’incendio e di evacuazione della nave, che avrebbero causato il naufragio e la morte di alcuni passeggeri (11 le vittime accertate e 19 i dispersi).
L’incendio avvenne mentre il mare era in burrasca e le temperature erano molto rigide.
A bordo della motonave c’erano circa 500 passeggeri, almeno quelli censiti ufficialmente. Centinaia le parti civili.
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