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L’Italia delle stragi

Calogero: “Conosciamo la verità sulla bomba”

Il magistrato: “Attentato messo in atto da Ordine Nuovo”. Le tappe della Strategia della tensione

Calogero: “Conosciamo la verità sulla bomba”

E’ considerata “la madre di tutte le stragi”, il primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra, stiamo parlando della strage di Piazza Fontana, eccidio del 12 dicembre 1969. Il magistrato Pietro Calogero, poi ha detto a chiare lettere: “Attenzione esiste una verità senza altri aggettivi, una verità storica che dice che i responsabili della strage di piazza Fontana, e di tanti altri attentati, è Ordine Nuovo. Sono stati assolti per insufficienza di prove, è vero. Ma quella è la verità giudiziaria, la verità storica, sancita dalla Cassazione del 2005 ha detto che furono loro i responsabili, e ci sono prove direi schiaccianti a dimostrarlo. La loro assoluzione fu un errore giudiziario, ma la verità è scritta”. prove come “i timer comprati da Freda, e identici a quello dell’esplosione di Milano, le dichiarazioni di Lorenzon, del pentito Digilio”.

Tra poco sarà il 50esimo anniversario e ieri la Provincia di Rovigo ha organizzato un incontro col primo magistrato italiano che individuò la “pista nera” per quell’attentato, Pietro Calogero. Nella sala consiliare di Palazzo Celio, alle 17 di ieri, la presentazione del libro “L’Italia delle stragi“ a cura del professor Angelo Ventrone, alla presenza del professor Carlo Fuman, ordinario di storia contemporanea all’Università di Padova, e Pietro Calogero, già procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Venezia. A moderare Carmelo Ruberto, Procuratore della Repubblica di Rovigo. Ad aprire l’evento le parole del presidente della Provincia di Rovigo, Ivan Dall’Ara, che ha sottolineato: “A distanza di quasi 50 anni da quel 12 dicembre 1969. E’ importante conoscere quel periodo tragico della nostra storia segnato da stragi che hanno causato molti morti innocenti e ripercorrere la storia giudiziaria dei processi”. Maddalena De Luca, prefetto di Rovigo ha affermato: “Sono onorata di essere qui per parlare di un argomento tanto delicato che ha segnato profondamente storia del nostro paese. Un'occasione per conoscere questi fatti dall’angolazione da chi ha vissuto quei momenti dal punto di vista giudiziario”.

Carmelo Ruberto: “Quello che di cui andiamo a parlare è un sanguinoso decennio del nostro Paese. Un modo per chiarire la genesi delle stragi che hanno segnato la nostra Repubblica, un periodo cupo e doloroso e come cittadini prendere coscienza di questi fatti per conoscere il nostro passato”.

E chi ha vissuto in prima persona e sul campo la stagione degli Anni di piombo e della Strategia della tensione è Pietro Calogero che ha spiegato il percorso giudiziario dopo le stragi. Gli insabbiamenti da parte degli organi di sicurezza dello Stato partendo dall'incriminazione verso la pista anarchica per poi scoprire che era totalmente sbagliata. “Nel giugno 2005 - ha detto - la Corte di Cassazione ha stabilito che la strage fu opera di un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine nuovo e capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura, non più perseguibili in quanto precedentemente assolti con giudizio definitivo”.

E’ stato portato alla luce un percorso tortuoso alla ricerca della verità dove Pietro Calogero ha scoperchiato il velo offuscato “da depistaggi che hanno coinvolto gli organi di sicurezza dello Stato”. Un’analisi dei processi con tanti aneddoti che hanno svelato quali e di chi fossero le reali responsabilità di quella stagione di sangue. “Sono fatti costitutivi del nostro Paese - ha ribadito Calogero - ed è importante, se non fondamentale, conoscerli. Il principio di rispettare è sopra ogni cosa perché senza rispetto non c’è giustizia e convivenza civile”. Il professor Fuman ha ricostruito il clima degli anni di Piombo, gli attentati dello stragismo nero, e quelli delle Brigate Rosse, e poi il processo 7 aprile, con Calogero ancora in prima linea a scardinare contiguità fra Autonomia operaia e le Br “che operavano per scardinare e abbattere il sistema”. Una storia di lutti e depistaggi, servizi segreti deviati e magistrati coraggiosi. E poi la strage di Bologna, a chiudere il periodo della Strategia della tensione.

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