VOCE
CINECOLONNE
08.12.2019 - 09:47
Successo per i film per bambini e famiglie e quelli più impegnati. Meno, i campioni d’incassi
Un anno e mezzo di servizio alla città, scontri con la grande distribuzione che pone paletti sempre più stringenti, investimenti soprattutto personali per entrare nel magnifico e non facile mondo dell’entertainment e qualche soddisfazione. Una? “Molti rodigini non avevano mai visto la sala Bisaglia del Censer, ad esempio”. Dietro l’avventura che - possiamo dirlo ora che è finita - è stata coraggiosa del Cinecolonne, che al Censer ha tamponato la fame di cinema in città, c’è anche Barbara Rigobello, di Rovigo Fiere, che insieme a Gabriele Baldo e alla squadra del Censer hanno gestito direttamente la programmazione, affiancati da Comune di Rovigo, assessorato agli eventi, Confesercenti, Confcommercio , Associazione Centro Città e Pro Loco Città di Rovigo che ne hanno favorito la promozione.
Ricordiamo com’è cominciata dottoressa Rigobello...
“Quando è successo il rogo eravamo in piazzetta con le strenne di Natale. C’era l’assessore di allora Luigi Paulon e ci siamo detti che non potevamo lasciare Rovigo senza un cinema. Abbiamo messo in piedi l’iniziativa al Don Bosco, per qualche settimana. Poi la sala del don Bosco aveva già la sua programmazione e non potevamo continuare lì. Allora, anche grazie a un tecnico che gestiva la parte tecnica del Cinergia, abbiamo chiesto una verifica sulla sala Bisaglia. Con un adeguamento potevamo fare qualcosa. Toffoli, il nostro presidente ha detto o, allora ci siamo dati da fare”.
All’inizio non è stato semplice, ricordiamo che non decollavano le presenze
“Abbiamo acquistato lo schermo da cinema, e abbiamo noleggiato il proiettore. Abbiamo anche cablato la sala, per fare gli effetti speciali. Un’avventura tenuto conto che Gabriele Baldo aveva gestito per due anni il cinema del Duomo, abbiamo fatto un corso per le proiezioni. I nostri proiezionisti sono anche la squadra antincendio, e poi avevamo i misuratori di biglietteria grazie all’esperienza di fiere. La biglietteria è stata gestita da chi collabora con noi per le fiere. Per me era la prima esperienza, il cinema oggi guarda solo le multisale, e portare 27mila spettatori in una sala in un anno non è un successo da poco. Una sala non riesce a dare un’offerta superiore a due titoli a settimana, per la grande distribuzione è residuale. E se vuoi la prima visione, la devi tenere due settimane, ma con due settimane ti giochi almeno un titolo. Tuttavia, con il tempo abbiamo cominciato a capire che c’erano film che andavano e film che non andavano al Censer”.
Quali sono i film che hanno avuto più fortuna?
“Una lotta ogni settimana. Noi volevamo alcuni film, ma spesso non ce li hanno dati. Inizialmente ci hanno anche criticato, ma poi chiero, siamo cresciuti anche noi, abbiamo cercato di informarci, non sempre nella nostra realtà c’è rispondenza con i dati nazionali. Ad esempio al Cinecolonne i film di azione, anche se record di incassi, non sono andati bene. Mentre in assoluto quelli che vanno per la maggiore sono i film per i bambini. Frozen ha già collezionato 1.500 presenze tra venerdì, sabato e domenica scorsi. Arrivano bambini, famiglie abbiamo avuto anche uno spettacolo con 346 persone. Anche se Avengers ha dato un buon riscontro. Poi anche i film un po’ più impegnati, quelli che hanno avuto riconoscimenti come ‘La forma dell’acqua” o ‘Il filo nascosto’”.
Ci sono margini per un monosala a Rovigo?
“Consideri che su un biglietto di 7 euro, prezzo pieno, ti rimangono tolti i diritti che raggiungono anche il 50%, tolta Siae e Iva rimangono 2 euro. Se non hai un’offerta che va incontro al pubblico conviene non aprire. Noi non siamo andati in perdita, perché siamo stati molto attenti e abbiamo monitorato settimanalmente la situazione, abbiamo cercato comunque di lavorare molto sulle sponsorizzazioni. Abbiamo fatto affidamento sui nostri partner”.
l’intervista completa sulla voce di Rovigo di oggi 8 dicembre
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