VOCE
PELLEGRINAGGIO
24.12.2019 - 17:13
Per la terza volta compierà il tragitto verso Compostela, “per riflettere e meditare”
Un modo di trascorrere le vacanze di Natale sicuramente alternativo e spirituale, quello scelto da Gregorio Furini, ficarolese e imprenditore agricolo di 48 anni che passerà le feste percorrendo il cammino di Santiago di Compostela.
Per lui non è la prima volta, in passato già due volte ha intrapreso questo cammino portandolo sempre a termine. “La prima volta ho fatto il Cammino Francese che parte da Saint Jean Pied de Port e arriva a Santiago de Compostela dopo 800 chilometri e ci ho impiegato 18 giorni facendo una media di circa 50 chilometri al giorno - racconta Gregorio - La seconda volta ho deciso di partire da Irum, un paese spagnolo al confine con la Francia e sono arrivato a Santiago dopo 20 giorni”.
Il Cammino di Santiago è una delle vie di pellegrinaggio cristiane più antiche e conosciute al mondo. Da qualunque luogo si decida di partire, la tappa finale di questo lungo viaggio è per tutti la città di Santiago de Compostela, e in particolare la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore, a cui i cristiani dedicano l’intera esperienza pellegrina.
L’origine del Cammino di Santiago si circonda di un potente mix di storia e leggenda, che rende il tutto decisamente più complicato e interessante.
“Questa volta ho deciso di farlo in pieno inverno e anche questa volta partirò da Saint Jean Pied de Port - continua il pellegrino - consapevole del fatto che il clima invernale, rigido e con elevato rischio neve, renderà sicuramente molto difficoltoso il passaggio al di là dei Pirenei. Sono comunque attrezzato e la cosa non mi spaventa, anche perché la possibilità di rifugiarsi in caso di problemi c’è praticamente lungo tutto il percorso”.
Sebbene ognuno possa decidere ovviamente di partire per il proprio Cammino da dove desidera, anche dalla porta di casa sua se gli va, la partenza da Saint Jean Pied de Port rappresenta per molti l’autentica “esperienza” del Cammino. In fondo, più strada si fa più ci si regala del tempo per pensare, riflettere, meditare. Chi lo ha fatto, racconta di un’esperienza con la quale si entra in profondità nello spirito e ci si arricchisce di giorni e ricordi di vita vera.
“Duranta il cammino il tempo, può cambiare da un momento all’altro, ritrovandosi magari circondati da una fitta nebbia o sotto la neve, dopo che si era camminato sotto il sole per ore - spiega ancora Gregorio - Le strutture dove fermarsi a dormire o riposare sono tantissime. Si va dagli alberghi per pellegrini, ostelli, camere, B&B, pensioni e altre mille soluzioni”.
Il pellegrino rivierasco racconta come indispensabile sia partire muniti di un capiente zaino nel quale devono trovare posto un cambio, un sacco a pelo, un giubbino tecnico per il vento e il freddo, berretto, pila, guanti, asciugamano, ciabatte e ovviamente caricabatteria per il cellulare e tutto quello che serve per trascorre una ventina di giorni di cammino senza però che questo equipaggiamento risulti troppo pesante perché sempre in spalla lo si deve trasportare.
“Per motivi diversi le altre volte non sono mai riuscito a fare il tratto che prosegue da Santiago de Compostela fino a Capo Finisterre -conclude Gregorio - ma questa volta lo voglio assolutamente fare”.
La tradizione tramandata nei secoli dagli antichi pellegrini medievali vuole che dopo aver raggiunto la città di Santiago ed aver pregato sulla tomba del santo apostolo di Gesù, dopo essersi purificati con il bagno nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico e dopo aver aver bruciato i vestiti indossati durante il cammino o parti di essi si assista al tramonto nel punto più estremo della costa europea, Finisterre, che è anche il luogo dove gli antichi pellegrini medievali raccoglievano sulla sue spiagge la famosa ‘Conchiglia di Santiago’ o ‘Concha de Santiago’ per testimoniare a se stessi e dimostrare al mondo d'aver percorso per intero El Camino de Santiago.
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