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Vanni Bellonzi va in pensione: 38 anni al lavoro per il Polesine

“Mi sono occupato di tanti settori. Il Parco del Delta deve crescere come percezione pubblica”

Vanni Bellonzi va in pensione: 38 anni al lavoro per il Polesine

“Mi sono occupato di tanti settori. Il Parco del Delta deve crescere come percezione pubblica”

Lascia palazzo Celio dopo 38 anni di lavoro nei vari settori della macchina amministrativa della Provincia. Per Vanni Bellonzi ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro e da oggi potrà godersi una meritata pensione e dedicarsi ai suoi hobby.

“Sono entrato in Provincia - racconta - nel 1981 come funzionario nel settore primario, nel 1988 a seguito di un concorso sono diventato dirigente e per lunghi anni mi sono occupato del settore primario, di caccia e pesca. Essendo io laureato in agraria era il mio settore. Ma ho attraversato anche altre aree e chiudo da dirigente dei lavori pubblici. Sono entrato in servizio che presidente era Nonnato, ricordo con piacere anche il compianto Alberto Brigo con il quale ho vissuto momenti di intenso lavoro nel settore della pesca, degli agriturismo, del parco del delta. Ma ricordo con molto piacere anche tutti gli altri presidenti della Provincia”.

Una Provincia che negli ultimi anni ha perso molte competenze e gran parte del ruolo che rivestiva prima “basti pensare - continua Bellonzi - che fino a pochi anni fa a palazzo Celio lavoravano 6 o 7 dirigenti per seguire tutte le materie di cui ci si occupava. Ora ce ne sono due, due e mezzo. Prima ogni settore aveva il suo assessore di riferimento, una presenza costante, continua. Ora c’è un consigliere delegato che però, per legge, è molto meno presente. C’è ancora il presidente come figura forte, ma che, ovviamente non può seguire tutto nel dettaglio. Eppure ci sono professionalità di livello ma il settore del pubblico ha tempi e modalità di ‘impiego’ che non sono equiparabili al settore privato”.

Per anni Bellonzi si è occupato di pesca, settore che da diversi mesi è nell’occhio del ciclone delle polemiche pervia dei diritti esclusivi che sono in campo alla Provincia e che poi da sempre li assegna al Consorzio pescatori. “Non voglio entrare nel merito del dibattito e delle polemiche - sottolinea Bellonzi - dico, però, che se il tema della demanialità delle lagune fosse stato affrontato prima, e meglio non si sarebbe arrivati a questo punto. Ora non ci sarebbero più ricorsi ancora in piedi e la materia avrebbe quella chiarezza che non è ancora condivisa al 100 per 100 a 360 gradi. Dal punto di vista della legge sono stati fatti decisivi passi avanti, ma dal punto di vista amministrativo ci sono ancora rivendicazioni in corso”.

In Polesine e in Provincia cruciale è anche l’aspetto del Parco del Delta: “Purtroppo - ammette - si tratta ancora di una incompiuta, nel senso che il parco non è ancora percepito come invece meriterebbe. E in questo senso occorre uno sforzo in più da parte di classe politica, portatori di interessi, società civile in generale, per far comprendere quanto il Parco sia fondamentale per l’intero Polesine. Occorre capire e far capire che aspetto ambientale, sviluppo, turismo, e anche pesca e caccia, possono coesistere e diventare, proprio grazie a questa coesistenza, un punto di forza, e di attrazione, del territorio. Il ritorno economico, di immagine, di sviluppo, potrebbe assumere forme e numeri che ancora non si sono visti”. Insomma Vanni Bellonzi da oggi è in pensione, ma continua ad avere le idee chiare su molte cose. “Mi dedicherò - spiega dalla sua casa di San Bortolo - ai miei hobby e alle mie passioni, dalla pesca alle uscite in barca nelle acque antistanti il delta. Ma anche tanto volontariato. La politica? Mi sono candidato alle elezioni comunali nella lista del candidato sindaco Ezio Conchi. Per ora non ho altre azioni o iniziative in programma, ma non metto limiti e paletti”.

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