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Economia polesana

Nel regno della carta riciclata

Le Cartiere del Polesine, la seconda fabbrica di carta in Italia. Un fatturato da 123 milioni nel 2019, 170 dipendenti “a cui teniamo molto”

Nel regno della carta riciclata

La famiglia Scantamburlo, proprietaria delle Cartiere del Polesine

Un fatturato da 123 milioni nel 2019, 170 dipendenti “a cui teniamo molto”

Fatturati milionari, a otto/nove cifre, trend in crescita e centinaia di dipendenti. Le aziende che vanno a gonfie vele in Polesine ci sono. Le ha elencate in una recente classifica Confindustria Venezia Rovigo e sono un esempio di imprenditorialità e professionalità anche per le imprese più piccole. Ne abbiamo selezionate alcune che rappresentano pregi e virtù di un territorio che ha un’economia tutta da esprimere.

Cartiere del Polesine, per cominciare, è la seconda cartiera in Italia per capacità produttiva ed è tutta polesana. Sono nate nel 1986 da un vecchio stabilimento rilevato dalla famiglia Scantamburlo e in 33 anni hanno sempre assicurato una crescita progressiva. Nel ranking di Confindustria l’azienda che ha sede a Loreo e ha registrato un fatturato di 116,799 milioni di euro nel 2018, è tra le prime cinque in Polesine per giro d’affari. Un numero, destinato ad aumentare, visto che nel 2019 il fatturato è arrivato a raggiungere i 123 milioni.

“Nel 1999 abbiamo avviato la macchina continua ‘numero 3’ e nel 2004 abbiamo avviato anche la macchina 4 a Cavanella Po e ad Adria - racconta Enrico Scantamburlo, responsabile commerciale della società - Siamo passati dal riciclo della paglia per realizzare carta, alla lavorazione della carta da macero, diventando nel giro di poco leader nel settore dell’economia circolare”. Un’azienda, quindi, virtuosa dal punto di vista ambientale, visto che la carta che Cartiere del Polesine ricicla, sarebbe altrimenti destinata alle discariche o alla termovalorizzazione. Loro, invece, producono bobine enormi di carta che viene inviata in tutto il mondo.

“Attualmente produciamo 300mila tonnellate all’anno e consumiamo 340mila tonnellate di carta da macero - spiega ancora il responsabile commerciale - visto che la proporzione tra carta lavorata e prodotta è un chilo ogni 1,20 chili”. In Italia, sono 40 le aziende che fanno della produzione di carta il loro core business, Cartiere del Polesine, come detto, è la seconda in Italia.

Per la provincia di Rovigo l’impresa bassopolesana, che a tutti gli effetti è un’azienda familiare, è un fiore all’occhiello, con tutti i fratelli fondatori ancora al timone della grande nave: Ernesto, 86 anni, Luciano, 83, Antonio, 79, Francesco, 77, e Girolamo, 72. “Gente tosta, che ha lavorato tanto e forse solo adesso si sta godendo alcuni risultati. Ernesto ha la passione per le Ferrari e per andare ai raduni macina anche centinaia di chilometri”.

Nel corso degli anni si sono uniti all’impresa sei figli: Paolo, Federico e Luca, cugini nati lo stesso giorno, Enrico, Roberto ed Elena. Il passaggio generazionale non è ancora compiuto, ma per mantenere unito il gruppo “abbiamo ruoli ben definiti - prova a dare la ricetta di un processo complicatissimo Scantamburlo - Siamo una famiglia e spesso e volentieri ci confrontiamo. C’è sempre stata la volontà da parte dei nostri padri di essere autonomi in determinati settori. Le decisioni importanti, poi vengono messe sul tavolo e sono oggetto di discussione”. La molla che spinge tutti è il lavoro dei padri: “All’epoca dei senior c’era il lavoro e basta. Hanno dato tutto per il lavoro e lo fanno tuttora”.

Cartiere del Polesine conta 170 dipendenti nelle due sedi. Con l’indotto le persone legate al lavoro dell’impresa che produce carta si arriva a 250 lavoratori. Un’impresa che si aggiorna continuamente: la carta da macero attualmente viene selezionata (è importante infatti che i cittadini facciano una corretta raccolta differenziata), poi viene “cotta” in enormi impianti e infine vengono realizzati nuovi fogli.

Il servizio completo sulla Voce di Rovigo oggi 14 gennaio alle 15,30

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