VOCE
IL CASO
18.01.2020 - 21:08
Incredibile episodio, per un danno da trasfusione di sangue. L’episodio “incriminato” risale al ‘67
Il Comune di Rovigo si ritrova a giudizio, con la prima udienza civile svolta nelle settimane scorse, per un episodio risalente al 1967. Oltre mezzo secolo fa. Potrebbe essere un record. E non si tratta di un caso di lungaggini burocratiche. Il procedimento, anzi, sta viaggiando con una certa celerità. E’ proprio un procedimento giudiziario appena nato. Risalente, però, a fatti del 1967, secondo la ricostruzione della donna che ha citato in giudizio civile palazzo Nodari.
Pare un paradosso, ma, in realtà, la spiegazione è piuttosto semplice. Solo di recente, infatti, la donna avrebbe scoperto, secondo la prospettazione dei fatti che fa, col suo legale, che determinati problemi di salute che ha sarebbero derivanti da una trasfusione di sangue alla quale sarebbe stata sottoposta all’ospedale civile di Rovigo nel 1967. Lo avrebbe scoperto una cinquantina d’anni dopo i fatti. Con una diagnosi del 2014, seguita da una messa in mora e dal ricorso contro il Comune del 2017.
Va bene, ma cosa c’entra il Comune con l’ospedale, viene da chiedersi? Evidentemente, c’entra, visto che Palazzo Nodari è stato costretto a costituirsi in giudizio, con il proprio legale interno, l’avvocato Ferruccio Lembo. Questo perché, all’epoca, le Ulss, ossia le aziende sanitarie, neppure esistevano e gli ospedali dipendevano dai Comuni.
Per quanto possa apparire peculiare - e senza dubbio lo è - quindi, il procedimento si è regolarmente instaurato di fronte al Tribunale di Rovigo. Dopo la prima udienza del 24 ottobre, il 6 novembre sono stati nominati i consulenti che dovranno analizzare le carte e la vicenda, compreso quello di Palazzo Nodari. Si tratta, come sempre avviene in questi casi, di un processo civile molto complesso, riguardando questioni mediche. I tempi per la decisione non appaiono, quindi, brevi.
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