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Allarme terrorismo

“Fermare subito chi produce odio”

L'assessore Corazzari: “Le dichiarazioni shock del bimbo? Devono intervenire forze dell’ordine e servizi sociali. Occhi aperti anche nei piccoli Comuni”.

“Fermare subito chi produce odio”

Anche l’assessore regionale Cristiano Corazzari, interviene sulla vicenda dal bambino di soli undici anni che, nei giorni avrebbe manifestato ai suoi compagni di classe la volontà di partire per immolarsi facendosi esplodere nel nome di Allah. “Andrò in Siria a combattere con mio zio, e quando sarà il momento mi farò saltare in aria in nome di Allah”. Questo è quando il minore, di origine marocchina avrebbe più volte sbandierato in mezzo ai suoi amichetti a scuola, fino a quando non è venuto all’orecchio di un genitore che ha sollevato la vicenda.

“Se il fatto dovesse essere confermato, non c'è dubbio che si tratta di un episodio estremamente preoccupante e che rende perfettamente la dimensione del clima di odio e di disprezzo della vita che aleggia in determinati ambienti e in certe famiglie”, afferma cautamente l'assessore regionale polesano Cristiano Corazzari.

“Qualora fosse accertata la vicenda, esiste anche un aspetto di tutela del minore che in questo caso vivrebbe molto probabilmente in un ambiente di indottrinamento all’odio che non si può e non si deve assolutamente tollerare - continua l’assessore Corazzari - Fosse così, il minore si trova sicuramente coinvolto in un ambiente di fanatismo religioso e di violenza preoccupante e sicuramente incompatibile con quelli che sono i valori e il vivere civile a cui siamo abituati. In questo caso auspico anche il coinvolgimento, oltre che dei familiari interessati, anche di strutture sociali che possano capire quanto accaduto. Un minore - continua - non può assolutamente vivere in un ambiente familiare di questo tipo”.

“Occorre tenere sempre gli occhi aperti anche nei piccoli comuni e per questo va fatto un plauso al genitore che ha denunciato la vicenda e, come purtroppo spesso capita, non si è voltato dall'altra parte”, conclude l'assessore regionale.

Il genitore che è intervenuto dovrebbe essere andato dalle maestre per segnalare la questione, oltre che dai carabinieri a segnalare la vicenda. Da quanto si è appreso il bimbo vive con i fratelli, più piccoli e più grandi, e con la madre, mentre il padre è a lavorare all’estero, in Francia, mentre secondo quanto detto dal bimbo, lo zio sarebbe in Siria a combattere.

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