VOCE
IL PROCESSO
20.01.2020 - 20:14
Istruttoria chiusa, il 21 febbraio si discute. Una goliardata o una vera arma da guerra?
L’istruttoria è chiusa: non ci sono altri testimoni da sentire, periti da ascoltare, richieste da fare. Rimane solo da discutere, il prossimo 21 febbraio, e quindi mettere un punto fermo in uno dei processi che hanno destato maggiore scalpore degli ultimi anni. Un processo che ruota attorno a un quesito non semplice: in quel capannone di Casale Di Scodosia si cercò di costruire un carro armato da mettere al servizio dei “patrioti veneti” che perseguivano l’indipendenza, o si fece qualcosa di molto goliardico, ma poco pericoloso?
Il processo, infatti, è quello aperto sul caso del Tanko. Ossia della ruspa che i cosiddetti “venetisti” avrebbero attrezzato a carro armato, molto rudimentale, armandolo con un cannoncino, in un capannone di Casale Di Scodosia.
Un caso che si inseriva in una maxi indagine, quella appunto sui venetisti, tutti usciti indenni, nel corso dell’udienza preliminare, dalla contestazione di avere posto in essere un’associazione con finalità eversive, per ottenere l’indipendenza del Veneto e della Lombardia orientale. A processo sono invece finiti in 15, ossia coloro che avrebbero contribuito alla costruzione del tanko, considerato dalla Procura un’arma da guerra.
Nel corso del dibattimento, è stata disposta una perizia, all’esito della quale gli esperti nominati dal giudice hanno ritenuto che il dispositivo sparasse eccome, paragonandolo a un’arma da caccia grossa, lasciando però aperto l’interrogativo sulla possibilità di considerarla o meno arma da guerra. Del tutto diverso, invece, il tenore della deposizione dei consulenti della difesa, secondo i quali quell’arma artigianale non avrebbe potuto nuocere: non dovrebbe essere considerata neppure, a loro avviso, un’arma.
Nelle mattinata di ieri, di fronte al giudice del Tribunale di Rovigo Angelo Risi, che è anche presidente del Tribunale, un passaggio più che altro formale per alcune questioni legate alle trascrizioni e, infine, la dichiarazione di chiusura dell’istruttoria.
Il prossimo 21 febbraio, il pubblico ministero Sabrina Duò formulerà le richieste dell’accusa, poi toccherà ai difensori dei 15 imputati. Difficile, ma non impossibile, che già in quella sede si possa arrivare a una sentenza. In ogni caso, verosimile che il verdetto di primo grado, vada come vada, sia poi oggetto di impugnazione in Appello.
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