VOCE
Bambino che dice di farsi saltare in aria
21.01.2020 - 20:48
Non sembra calare la preoccupazione che da giorni ha investito genitori, cittadini e autorità, per le frasi shock pronunciate da un giovane studente di origini marocchine di 11 anni, che per diversi giorni avrebbe manifestato ai giovani compagni di classe la volontà di partire per immolarsi facendosi esplodere nel nome di Allah. “Andrò in Siria a combattere con mio zio, e quando sarà il momento mi farò saltare in aria in nome di Allah”, le parole che tanto clamore ma, soprattutto tanta preoccupazione hanno destato in tutti coloro che hanno avuto modo di apprendere la notizia. La cosa andava avanti da giorni ed è continuata fino a quando non è venuta all’orecchio di un genitore che ha sollevato la vicenda per cercare di fare chiarezza e per dare rassicurazioni ai genitori di tutti i bambini della scuola.
Sul caso è intervenuto anche il vicepresidente della Regione Veneto Gianlcuca Forcolin che ha voluto portare la massima solidarietà a tutti i genitori coinvolti. “Di primo acchito mi viene innanzitutto da pensare che se un ragazzino di quella età ha pronunciato frasi di questo tipo, non può che averlo sentito in ambito familiare dove probabilmente ne hanno discusso - esordisce Forcolin - A undici anni i ragazzini sono come le spugne e assorbono tutto quello che viene detto e fatto tra le mura di casa e per questo sacrosanta è stata la segnalazione fatta da quel genitore che deve coinvolgere il dirigente scolastico, le forze dell’ordine e chi di competenza, questo a tutela della scuola e di tutta la comunità. Ora si facciano tutti gli approfondimenti del caso per capire bene cosa può essere successo e per dare tranquillità alle famiglie con le quali, da padre ancora prima che da vicepresidente regionale, non posso che solidarizzare”.
Effettivamente, quella accaduta nei giorni scorsi, è una vicenda che ha preoccupato e non poco i genitori dei compagni di scuola del giovane, soprattutto per il fatto che, purtroppo, viene confermato quotidianamente come tra i gruppi estremisti islamici, il reclutamento dei bambini avviene fin dalla più tenera età.
“La cosa, se confermata, mi preoccupa e mi rammarica allo stesso tempo - continua ancora Forcolin - mi fa pensare al contesto sociale di questa famiglia che deve assolutamente essere verificato. Si tratta sicuramente di un fatto grave e, anche se è giusto andarci con i piedi di piombo, è altrettanto vero che se fosse successo nella classe di mio figlio, sarei preoccupato. Da genitore non mi limiterei alla semplice segnalazione, ma avrei chiesto rassicurazioni da parte di chi è competente in questo. Si tratta di frasi shock assolutamente pesanti che non devono essere sottovalutate e prese alla leggera. Questo anche a tutela del minore che le avrebbe pronunciate - sottolinea il vicepresidente del Veneto - Si tratta di culture diverse e lontane dalla nostra che potrebbero covare situazioni assolutamente delicate e che non devono essere sottovalutate”.
Da quanto si è appreso il bimbo vive con i fratelli, più piccoli e più grandi, e con la madre, mentre il padre lavora all’estero, in Francia, e almeno secondo quanto detto dal bimbo, lo zio sarebbe davvero in Siria a combattere. “Ci tengo a sottolineare ancora una volta la mia vicinanza e piena solidarietà, da genitore, ai genitori coinvolti. Mi immedesimo con i papà e le mamme che hanno i loro figli in classe con questo ragazzo - conclude Forcolin - non bisogna assolutamente creare allarmismo, ma la cosa non deve nemmeno essere sottovalutata, anzi, va approfondita e questi genitori devono essere tenuti informati”.
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