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Carne “malata”, “Il made in Italy sicuro al 100%”

Il presidente Salvan illustra tutte le pecche nell’importo export agroalimentare. “Frontiere deboli e discrepanze a livello europeo penalizzano i nostri prodotti più di qualità“

“Il made in Italy sicuro al 100%”

Frontiere deboli e discrepanze a livello europeo penalizzano i nostri prodotti più di qualità

Si battono da anni per il riconoscimenti della tipicità italiana e per una uniformità nella normativa anche europea sulla tracciabilità dei prodotti. E ora che il sequestro di carne con peste suina c’è stato, il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan ne approfitta per dire: “Meno male che c’è qualcuno che è in grado di intercettare questi carichi, perché sono una minaccia sanitaria, ma anche per tutti coloro che lavorano nel settore. Chi importa carni non di qualità lo fa approfittando di una normativa debole da parte dell’Europa e di frontiere deboli”.

La legge sulla tracciabilità dei prodotti c’è, da aprile, ma mancano i decreti attuativi, il risultato: come non avercela. “E’ un ottima normativa che prevede che le carni suine devono essere tracciate dalla produzione, alla macellazione alla trasformazione. Manca l’ultimo miglio che però fa venir meno la forza della norma”.

Come si fa a essere sicuri che i prodotti che acquistiamo al bancone del supermercato siano al 100 per cento italiani? “Bisogna avere un po’ di pazienza - risponde Salvan- e andare oltre la facciata pubblicitaria, cercare nell’etichetta la provenienza della carne, il luogo di di lavorazione. Anche questa è importante perché ci sono normative sanitarie molto stringenti, che a partire dalla carne sono rigorose e garantiscono il mantenimento della salubrità e della freschezza del prodotto.

Con le frontiere deboli, poi, si rischiano problemi come la peste suina o la cimice asiatica, che ha provocato disastri anche in Polesine. “In Australia - fa un esempio il presidente di Coldiretti - è stato bloccato materiale meccanico con il timore che fosse contaminato dalla cimice asiatica”.

Tornando al caso carni con la peste, Salvan invita a comprare carne nostrana: “Gli allevamenti di bovini in Polesine sono sempre più concentrati. Da noi si sta sviluppando l’interesse, che va valutato caso per caso anche con i comuni e con l’urbanistica, dell’insediamento di allevamenti di Polli, un mercato in espansione e tacchini. Ha ancora spazi di crescita, visto che la nostra è una zona a bassa densità abitativa. Ricordo che le deiezioni degli animali sono fonte primaria di ripristino della sostanza organica nei nostri terreni”. 

il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 23 gennaio

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