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IL CASO

Tbc, profilassi anche in Pediatria a Rovigo

Una mamma allarmata: “Potevano avvisarci in quei giorni!”. Il dg: “Eccesso di cautela”

Tbc, profilassi anche in Pediatria a Rovigo

Una mamma allarmata: “Potevano avvisarci in quei giorni!”. Il dg: “Eccesso di cautela”

Torna a far parlare il caso di tubercolosi che si è presentato a Rovigo una decina di giorni fa e che ha messo in allarme i 200 bambini di un nido e scuola dell’infanzia del capoluogo polesano. In questi giorni, infatti, hanno ricevuto la convocazione dal dipartimento di Igiene e Sanità dell’Ulss 5, anche alcune famiglie che avevano i bambini ricoverati in Pediatria durante i giorni di ricovero del piccolo di Rovigo che ha contratto la tubercolosi da un parente.

“Siamo stati ricoverati all’ospedale di Rovigo per un’operazione del bambino di 4 anni e mezzo alle adenoidi il 17 gennaio, con dimissioni il 18 gennaio - racconta una mamma di Castagnaro molto allarmata - Il 18 gennaio ci hanno dimesso, ma durante il nostro soggiorno non hanno mai avvisato che c’era un bambino con tubercolosi. Potevano avvisarci, non so di non andare in giro, di stare in camera”. E aggiunge: “Come mai ci hanno avvisato solo 15 giorni dopo il nostro ricovero?”. Insieme al figlio della signora di Verona devono fare la profilassi anche altri bambini, visto che erano almeno quattro i minorenni ricoverati nel reparto di Pediatria.

Risponde a stretto giro il direttore generale Antonio Compostella: “Intanto la precauzione che abbiamo voluto adottare è definibile all’eccesso - rassicura - E poi il bambino affetto da tubercolosi, era assolutamente in isolamento”.

Poi entra nel dettaglio: “Quando il bambino della scuola d’infanzia con tbc è stato ricoverato è stato per un paio di giorni senza terapia antibiotica perché doveva completare le indagini, poi iniziato le terapia antibiotica e a quel punto è stato per così dire ‘sterilizzato’ in quei due giorni lui è stato in isolamento in una stanza per conto suo. Tuttavia abbiamo deciso come direzione generale di adottare qualsiasi precauzione con tutti gli altri bambini sia della scuola che del reparto”.

Ai bambini che in quei giorni erano ricoverati verrà effettuato il prelievo in cittadella sanitaria per fare il test Mantoux. Questo verrà ripetuto un mese dopo. Per escludere ogni dubbio su possibile contagio.

Il caso di tbc a Rovigo ha sollevato molta paura a scuola e in città per la notizia di un bambino di cinque anni a cui è stata riscontrata la tubercolosi, una malattia infettiva, che si trasmette per via aerea e che è molto pericolosa, ancora una delle 10 principali cause di morte nel mondo secondo l’Istituto superiore di sanità.

Il bambino era stato seguito negli ultimi mesi in quanto venuto a contatto con un altro caso di tubercolosi era risultato negativo al primo controllo, ma positivo al secondo controllo eseguito di routine.

Il bambino era senta sintomi ma è stato sottoposto alle terapie antibiotiche. “Per quanto riguarda il rischio di infezione per gli altri bimbi o altre persone, venuti in contatto con lui, poiché è stata evidenziata la presenza di rari bacilli della tubercolosi nell’aspirato gastrico, pur in assenza di ulteriori sintomi, pur in assenza di ulteriori sintomi, a scopo cautelativo i medici dell’Azienda Ulss 5 provvederanno a incontrare i genitori degli alunni che frequantano la stessa la scuola dell’infanzia e ad eseguire gli accertamenti previsti dal protocollo regionale per i contatti in un caso di tubercolosi”.

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