VOCE
SCUOLA
01.02.2020 - 09:31
Una recente legge regionale azzera l’obbligo che era una forma di tutela per gli alunni
Da quattro giorni a questa parte, ovvero dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione avvenuta martedì scorso, in Veneto non è più obbligatorio presentare un certificato medico per essere riammessi a scuola dopo un’assenza superiore ai cinque giorni.
Una decisione quantomeno bizzarra, di certo poco rispettosa dei bambini, presa da parte del sistema regionale della sanità, diretto dall’assessore Manuela Lanzarin, proprio in un momento in cui tra influenza stagionale, casi di tubercolosi e malattie infettive assortite (senza arrivare al coronavirus), una delle tutele per i genitori era proprio quella del certificato medico, che perlomeno giustificava il reingresso a scuola dei minorenni.
Tutto azzerato.
La scelta punta a sgravare di incombenze pediatri e medici di famiglia, che spesso diventano passacarte - cosa che non dovrebbero fare - ed emettono certificati senza visitare i malati, ma sulla “fiducia”. Dall’altro, tuttavia, segue un'indicazione degli esperti secondo la quale il principale periodo di contagio delle più comuni malattie infettive è quello dell'incubazione, raramente
. Di fatto quindi già da subito, dall'asilo nido fino alle superiori, per essere riammessi non è più necessario portare il certificato del medico a scuola. Questo sulla base dell’articolo 20 della legge numero 1 del 24 gennaio 2020 in cui si legge che “il certificato di riammissione scolastica oltre i cinque giorni di assenza, previsto dall’articolo 42 del decreto del Presidente della Repubblica” viene soppresso.
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