VOCE
Giacciano con baruchella
07.02.2020 - 17:48
Il responsabile dell’ufficio nei guai per fatti del 2015. Dopo una carriera senza alcuna macchia
Una carriera senza alcuna macchia, anzi. Tanto che le Poste, anche quando è partito il procedimento penale a suo carico, non hanno ravvisato alcuna necessità di adottare provvedimenti a carico di Gianluca Braga, 51 anni, di Guarda Veneta, molto noto perché ha ricoperto la carica di sindaco del suo Comune, Guarda, appunto.
Nonostante questo retroterra assolutamente positivo, nella mattinata di ieri, il Collegio del Tribunale di Rovigo, presieduto dal presidente del Tribunale Angelo Risi, ha pronunciato, nei suoi confronti, una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, per l’ipotesi di reato di peculato. Per fatti che si sarebbero verificati nel 2015, nell’ufficio postale di Giacciano con Baruchella, del quale Braga, secondo questa ricostruzione dei fatti, era responsabile.
Veniva contestata, a Braga, una discrepanza di 400 euro tra la somma incassata da una cliente tramite rimborso di buono fruttifero e la somma versata a stretto giro dalla stessa sul libretto di risparmio. Quanto bastava, evidentemente, per formulare l’ipotesi di reato di peculato, nonostante, come detto, nella lunga carriera di Braga alle Poste non sia mai avvenuto nulla di simile, neppure all’esito dei controlli scattati dopo la prima segnalazione. I fatti contestati avrebbero avuto luogo, secondo la ricostruzione dell’accusa, nell’agosto del 2015.
Evidente, da parte della difesa, affidata all’avvocato Ernesto Chirico di Padova, l’intenzione di presentare Appello, confidando, in secondo grado, in una spiegazione di segno differente. La linea difensiva è estremamente chiara: sarebbe impensabile che un funzionario che non ha mai avuto problemi di alcun tipo abbia potuto compromettere la propria posizione per una somma estremamente contenuta, a fronte di quelle che, quotidianamente, per lavoro maneggiava.
La spiegazione sarebbe molto più logica, almeno a quanto sostiene la difesa: tra l’incasso del buono e il deposito sul libretto sarebbe intercorsa anche la consegna di una somma in contanti pari alla differenza tra i due importi, appunto 400 euro, della quale è plausibile che la cliente non abbia memoria.
Intanto, come detto, nella giornata di ieri è arrivata la condanna, per quanto con il riconoscimento delle attenuanti. Sostanzialmente accolte, per quanto riguarda la modulazione della pena, le richieste dell’accusa, affidata, per la discussione, al pubblico ministero Francesco D’Abrosca. Dopo la lettura del dispositivo, Braga ha preferito non rilasciare dichiarazioni, mentre la difesa ha ribadito di confidare nella propria ricostruzione e di confidare che le argomentazioni già svolte nel corso della discussione possano tranquillamente servire da pietra angolare sulla quale costruire il ricorso in Appello che, una volta lette le motivazioni, sarà senza dubbio presentato.
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