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L’intervento

Lo spettro della pandemia economica

Giordano Riello: “Se le previsioni più catastrofiche si avverassero rischieremo di avere più morti da suicidi che da virus”

Lo spettro della pandemia economica

Giordano Riello, past president dei Giovani industriali di Rovigo e di Confindustria Veneto, interviene sulla situazione di crisi economica causata dall'epidemia Coronavirus a livello mondiale.

"Io sono un imprenditore, non sono certo un uomo di finanza. Ma la situazione economica che vedremo tra qualche mese sarà tanto grave quanto quella sanitaria che vediamo oggi. Rischieremo di avere più morti da suicidi che da virus se le previsioni di alcuni si avvereranno - le parole di Riello - Come la vedo io? Vi esprimo in tre punti le azioni che devono essere a mio avviso intraprese oggi per cercare di contenere il più possibili le conseguenze economiche che ci accingiamo a subire. Innanzitutto le banche devono essere al centro del progetto per salvaguardare l’economia. Il governo deve immediatamente dare carta bianca alle banche: lo Stato dovrebbe garantire alle banche il 90% dei prestiti che le banche hanno dato, sennò le banche cancelleranno i crediti (per le nuove regole di liquidità la maggior parte dei prestiti delle banche sono le stesse banche che possono cancellarli e richiedere i pagamenti). Se questo non succede, le banche non daranno crediti per paura dei 'default' e l’economia crollerà. Purtroppo parecchie compagnie falliranno, ma bisogna assicurare che le compagnie con bilanci sani e con un business sostenibile siano salvaguardati. Bisognerà anche dare la possibilità ad aziende più piccole e alle start up ad alto valore tecnologico di poter essere finanziate anche con bilanci più critici. Senza questa azione bloccheremo lo sviluppo innovativo e la possibilità di generare posti di lavoro".

"Inoltre, bisogna temporaneamente sospendere le ordinanze di liquidità e capitale delle banche (gli strumenti di monitoraggio del rischio di liquidità e capitale) - prosegue Riello - Le banche hanno bisogno della massima flessibilità per sostenere l’economia. Infine, la Bce deve avere ora più che mai un approccio 'What ever it takes', come faceva Draghi. La Lagarde ha fallito alla grande la settimana scorsa: ha ragione che i governi devono prendere decisioni drastiche, ma in Europa si è bloccati. Per l’Italia, l’Europa da una parte era stata una fortuna: senza l’Europa gli spread sarebbero schizzati molto di più e sarebbe partita l’inflazione di botto. Ma questo potrebbe essere un problema dell’Europa: sono 20 anni che si aspetta l’inflazione, ma non arriva. Dobbiamo dunque contenere il più possibile anche la pandemia economica che seguirà. E dobbiamo farlo adesso!".

"In seguito alle corrette misure per ridurre il peso della produttività ridotta in questo periodo (per mancanza di ordinativi ma anche per questioni organizzative, e mi riferisco principalmente alla cassa integrazione straordinaria in deroga), la preoccupazione maggiore per tutte le imprese, soprattutto le più piccole, spesso sottocapitalizzate e con liquidità ridotta all’osso, è fare fronte alle richieste che stanno fioccando di posticipare le scadenze di pagamento di un mese ed oltre; a queste preoccupazioni si aggiungono i pagamenti che non verranno onorati senza alcun preavviso e che saranno inevitabilmente tanti... - conclude il giovane imprenditore - parliamo di flussi di cassa passivi per i pagamenti degli stipendi e acquisti di materie prime ai quali si aggiungono altri oneri per investimenti, come scadenze per acquisto di beni strumentali, consulenze in ricerca e sviluppo... E’ evidente che questa situazione nella quale nessuno pagherà nessuno non sia sostenibile neppure per un mese, alla luce delle caratteristiche di scarsa capitalizzazione e scarsa liquidità delle imprese e che l’effetto scontato sarebbe una crisi di liquidità del sistema produttivo irrecuperabile, con tutte le conseguenze che conosciamo bene dopo il 2008. In considerazione del fatto che le imprese più bisognose di liquidità (e non solo) utilizzano correntemente strumenti di smobilizzo crediti finanziari (sconti fatture/riba, factoring…), riterrei vitale una misura di proroga delle scadenze bancarie di fine mese su tutte le linee di smobilizzo crediti, che vadano in deroga sui castelletti già deliberati per ogni singola azienda, un ‘congelamento’ della situazione sicuramente per il mese di marzo ed aprile, con possibilità di espandere la misura a maggio. Per un effetto ottimale della misura, tali debiti dovrebbero poi essere convertiti in un prestito a medio-lungo termine (2-3 anni) per le aziende che ne facessero domanda. In ogni caso la loro riscossione andrebbe effettuata al normalizzarsi della situazione globale e non allo scadere dei tre mesi perché ritengo che si sarà ancora in una situazione di emergenza... Non possiamo però neppure pensare che gli istituti di credito siano in grado di sostenere autonomamente uno sforzo del genere; non sarebbe neppure giusto ma in ogni caso metterebbe a repentaglio il loro valore e la loro solidità, sostanzialmente causandone la paralisi totale per i prossimi anni e condannando l’Italia ad una pesantissima recessione. Ecco perché sarebbe importante che questi crediti ‘congelati’ (proprio nell’ottica di una loro conversione a medio/lungo) venissero cartolarizzati e garantiti da qualche istituzione europea (ad esempio la Bei), con tassi inferiori allo zero... Questa misura porterebbe ossigeno anche agli istituti di credito... liberando spazio per nuovi prestiti...".

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