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Polesani all'estero

Marta: “Voglio tornare presto”

“Le prescrizioni ci sono, ma il sistema sanitario arranca. Non vedo l’ora di tornare dalla mia famiglia”

Marta: “Voglio tornare presto”

Tra i tanti giovani polesani che in questo momento di difficoltà si trovano lontano da casa ci sono anche i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo esperienze di viaggi studio e scambi culturali all’estero. Marta Pavarin, diciassettenne studentessa del liceo Celio-Roccati indirizzo linguistico, si trova a Rosario in Argentina, ed è lontana da casa da diversi mesi, ospite di una famiglia argentina. L’Argentina è stata uno dei primi paesi del sud America a reagire al dilagare del contagio provvedendo a chiudere i confini terrestri, marittimi e aerei.

Marta, come stai affrontando l’emergenza l’Argentina?

“Dopo una settimana e mezzo ad oggi contiamo un centinaio di casi circa. Il governo argentino ha chiuso tutte le scuole come in Italia, a partire da venerdì non circoleranno più gli autobus sia locali che internazionali, perché qui le persone spesso si spostano da uno stato all’altro anche su ruote visto il costo elevato dei voli. Allo stesso modo saranno bloccati anche i voli internazionali. Sono stati chiusi anche i luoghi pubblici come i teatri ed hanno sospeso le partite di calcio, la gente è tutta chiusa in casa. La situazione qui è leggermente migliore rispetto all’Italia ma stanno già iniziando a prevenire”.

Come è la tua vita quotidiana?

“Essendo le scuole chiuse non esco molto e sto in casa. Il padre della famiglia in cui mi trovo è titolare di una birreria, che è stata chiusa per l’emergenza, ed in questo momento fa solo consegne a domicilio. I ragazzi della famiglia studiano da casa con la didattica a distanza ricevendo il materiale on line dai professori, proprio come avviene in Italia. La madre invece lavora in ospedale dove ovviamente continua a recarsi ogni giorno”.

Com’è vista l’Italia dalla popolazione locale?

“Sinceramente ho visto molto panico. Ho visto scaffali vuoti nei supermercati, i guanti e le mascherine sono finiti e anche i flaconi di gel germicida per le mani sono oramai introvabili. Personalmente a causa di questo timore sono stata discriminata due volte perché italiana, una volta in taxi e un’altra al terminale degli autobus nonostante io sia in Argentina da diversi mesi. Sono stata anche bloccata alla frontiera con l’Uruguay e controllata ripetute volte. A mio parere attualmente l’Italia non è ben vista a livello mondiale. Ho sentito più volte la famiglia che mi ospita lamentarsi del governo argentino, secondo loro ha agito troppo in ritardo e in modo non efficace”.

Hai mai pensato di fare ritorno in Italia?

“Io sono qui grazie all’associazione Afs Intercultura quindi il mio viaggio è gestito da loro. Hanno stabilito che noi ragazzi in Argentina dobbiamo partire dopo il 24 marzo, perché al momento gli aeroporti italiani sono chiusi. I nostri voli sono stati divisi, non so dove atterrerò, forse Roma oppure Milano. C’è molta confusione e sono un po’ preoccupata. Ho molta volta di tornare in Italia e spero di riuscirci il prima possibile. Inoltre in Argentina il sistema sanitario non è dei migliori anzi sembra vicino al collasso da un momento all’altro. Preferirei ricongiungermi con la mia famiglia e trascorrere questo periodo con loro”.

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