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L’ESPERTO

“Svegliate lo stesso i bimbi alle 8”

I consigli dello psicologo Ballaben: “Mantenete gli orari della scuola e dei pasti. E con loro, parlate sempre con tranquillità”.

“Svegliate lo stesso i bimbi alle 8”

Una serie di eventi accaduti negli ultimi due mesi ha cambiato completamente la normale quotidianità delle famiglie con bambini. La chiusura forzata delle scuole prima e il manifestarsi del coronavirus con tutta la sua intensità e potenza ha costretto anche gli adulti a rimanere a casa (tranne ovviamente quelli che lavorano nei settori considerati di primaria importanza a cui va il nostro ringraziamento). Solo che tutto questo tempo libero non si è trasformato, come nei periodi di vacanza, in un tempo fatto viaggi, giochi, piscina e gioia nel ritrovarsi assieme.

Ne abbiamo parlato con il dottor Paolo Ballaben, psicologo e psicoterapeuta, coordinatore delle sezione Triveneto della Società italiana ipnosi. “Visto che l’argomento riguarda i bambini e le famiglie con bambini al tempo del virus direi che possiamo portare al centro della chiacchierata almeno un paio di temi. Il primo è relativo agli adulti e alla quantità di tempo a disposizione da trascorrere chiusi in casa con i bambini. Il secondo potrebbe riguardare invece più i bambini e come aiutarli a costruire un significato grazie al quale danno e daranno senso a questa esperienza”.

“Avere tanto tempo a disposizione - dice l'esperto - e non sapere come trascorrerlo può essere fonte di ansia o all’opposto di disforia, ma mai di tranquillità e quindi la prima cosa che consiglio di fare è di strutturarlo, non in modo rigido alla militare, ma di dare una cadenza alle ore che passano. Per esempio, finito l’effetto super-gioia per delle vacanze regalate, è utile mantenere, almeno per i figli in età da scuola primaria, gli orari della sveglia come se si andasse ancora a scuola e verso le 8, 8.30 al massimo cominciare la giornata con la colazione. Organizzare i compiti da fare e magari coinvolgerli nelle attività domestiche, come il preparare il pranzo o le faccende di casa. Nel pomeriggio lasciarli liberi”.

Quindi sui comportamenti da tenere: “Questa domanda mi permette di fare una distinzione tra il dire qualcosa e come lo si dice. A quell’età i bambini, molto più degli adulti, usano il come gli si dice qualcosa per capire cosa gli si dice. Se stiamo vivendo un periodo drammatico, con continue notizie di morti e ricoveri sarebbe utile poter raccontare ai bambini le notizie con un atteggiamento di calma e tranquillità. E’ difficile riuscire a tranquillizzare qualcuno guardandolo con gli occhi sbarrati, respirando in modo affannoso, con un tono di voce acuto ed essere in un continuo stato di tensione muscolare, anche se gli diciamo le cose più dolci del mondo. Da uno stato di vera tranquillità è possibile poi cominciare a raccontare quello che sta accadendo sia come fosse una favola a lieto fine (per i più piccoli) sia come una storia con personaggi ispirati ai cartoni che guardano più spesso. Cosa importante è chiedere a loro poi di raccontare come l’hanno capita e questo permette di aggiustare eventualmente il tiro”.

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