VOCE
UN PALLONE TRA DUE FIUMI
11.04.2020 - 16:41
Nessuno si offende se tiriamo in ballo la storia del Chievo Verona per parlare di calcio di provincia, vero? Perché la formazione scaligera e la sua favola, di come un quartiere sia arrivato a centrare il sogno della Serie A la conoscono un po’ tutti ma può essere un ottimo spunto per parlare della società scelta per la prima storia di calcio polesano. Nessuno vuole fare paragoni.
Ho trovato giusto raccontare una realtà che merita di essere descritta. Partiamo dalla foto del post, un cartello e un campo sportivo sullo sfondo. Siamo a Oca Marina appunto, piccola frazione di Taglio di Po, che si adagia sulla riva sinistra del Po di Donzella e lo stadio che fa da scenario è il Rosestolato.
E’ qui che gioca le gare interne la società dello Zona Marina 2011 e in questo mezzo secolo di storia ne sono accaduti di fatti: gioie, dolori, sconfitte, vittorie, lacrime, sorrisi e anche qualche sana randellata che quella non manca mai in ogni campo di provincia che si rispetti. Una piccola frazione dove il calcio viene seguito in maniera viscerale e dove i tifosi, nella partite interne, riempiono gli spalti di quello che per loro è una piccola “Bombonera”, stadio di casa di un’altra squadra che ha in comune i colori sociali della protagonista della nostra storia.
E una società che rappresenta una realtà piccola come questa, ha dei tifosi che seguono i propri beniamini anche in trasferta? Certo, com’è normale che sia. Ma la conformazione del Polesine non rende la cosa così scontata. Vaglielo a chiedere allo Zona Marina e a i suoi tifosi com’è stato quel giorno farsi quasi 100 chilometri (solo andata) per la trasferta a Ficarolo per poi sentirsi dire dal direttore di gara quella “mostruosa” frase: “Oggi non si gioca per campo impraticabile”.
Era la stagione 2017/2018, girone A di Terza categoria, un’annata che tutta la società ricorda ancora; vittoria del campionato e salto in Seconda assicurato dopo un cammino pressoché perfetto. Una cavalcata che ha raggiunto il suo epilogo una domenica pomeriggio tra le mura dello stadio Gabrielli di Rovigo, scenario di partite di Lega Pro in un passato ormai lontano. Vittoria contro la squadra di casa e campionato vinto. Vaglielo dire poi a loro se ne è valsa la pena farsi quei 200 km per nulla quel giorno a Ficarolo... la risposta non serve che ve la dica io.
Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio. (Albert Camus)
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