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CORONAVIRUS IN POLESINE

Il caso a San Pio X: “Niente lezioni, ma pagate la retta”

Fism: “Molte strutture sono in difficoltà e rischiano di non riaprire. Serve l’aiuto dei Comuni”

Il caso a San Pio X: “Niente lezioni, ma pagate la retta”

Fism: “Molte strutture sono in difficoltà e rischiano di non riaprire. Serve l’aiuto dei Comuni”

Pagare le rette, anche se ridotte, dei mesi di marzo e aprile della scuola materna di San Pio X. Ma la Fism chiede comprensione e sostegno da parte dei Comuni.

La richiesta della scuola di San Pio X ha fatto storcere il naso a più di qualche genitore dei bambini iscritti alla scuola materna paritaria con nido integrato “San Pio X Papa” di via Alessandro Campo. Ieri alle famiglie dell’istituto, dove le lezioni, come in tutte le scuole, sono sospese per l’emergenza sanitaria dalla fine dello scorso febbraio, è giunta una lettera firmata dal parroco di San Pio, don Guido. Una lettera dove si spiegano i motivi della richiesta: il pagamento delle somme di 60 euro per i mesi di marzo e aprile (120 in tutto) per le famiglie di bambini della materna; e di 90 euro (180 in tutto) per i genitori dei bimbi dell’asilo nido. Il parroco spiega che tale contributo è necessario per garantire alla scuola di essere in grado di far fronte ad una serie di spese, compreso il mutuo sostenuto per i lavori di adeguamento sismico dell’edificio. Insomma per garantire l’equilibrio economico della struttura, e in attesa di verificare la possibilità di fare ricorso agli ammortizzatori sociali, è stato chiesto alle famiglie di contribuire anche se nei mesi di marzo e aprile i propri figli non hanno frequentato le lezioni.

Le scuole paritarie si trovano tra l’incudine e il martello, ovvero tra le legittime esigenze delle famiglie e le istituzioni che fanno orecchi da mercante. In alcune realtà le scuole materne hanno chiesto alle famiglie di pagare una piccola parte della retta mensile anche per il periodo in cui sono rimaste chiuse per coronavirus. In Polesine le scuole paritarie sono 55 e ospitano oltre 3.800 bambini, sono impegnati 360 insegnanti, più un centinaio di volontari delle parrocchie che prestano servizi a diverso titolo. Queste scuole sono rappresentate dalla Fism con presidente provinciale Mauro Agnoletto.

“Devo dire che la stragrande maggioranza dei genitori sta dimostrando grande senso di responsabilità - dice il presidente - e si rende conto della situazione in cui si trovano le nostre scuole. Gli unici interventi che abbiamo sono per il personale: cassa integrazione per le strutture che hanno fino a 4 dipendenti, fondo di integrazione salario per oltre 5 dipendenti. Tutto il resto resta sulle spalle delle scuole materne: chi ha mutui deve far fronte alle rate, le utenze sono ridotte ma i canoni sono da pagare, così pure le assicurazioni, la manutenzione del verde e altro. Soltanto tre o quattro comuni polesani hanno dichiarato che presteranno attenzione, speriamo si passi dalle parole ai fatti”.

Qualche famiglia però sta storcendo il naso. “La maggioranza delle famiglie - continua - sta dimostrando comprensione. Ho sentito di qualche lamentela, ma non conosco i singoli casi, anche se difficilmente si allontanano dalle situazioni appena descritte. Comprendo la difficoltà che certe famiglie si trovano ad affrontare a seguito dei blocchi lavorativi e per questo auspico una maggiore collaborazione con le amministrazioni comunali”.

Ma l’interrogativo è se c’è il rischio che qualcuna non possa riaprire a settembre. “Cerchiamo di essere realisti - spiega Agnoletto - tutti ci auguriamo che si possa riprendere il prima possibile. Se dovesse essere a settembre, faremo in modo che tutte possono riaprire i battenti. Tuttavia non dobbiamo nasconderci che la situazione non sarà facile, per qualcuno sarà veramente dura: per esempio, alla scuola dell’infanzia i bimbi dovranno usare mascherine? E i locali? La situazione dei lavoratori-insegnanti, personale non docente - quale sarà? Quali i costi per una riapertura? Bisogna attendere direttive chiare che oggi purtroppo non ci sono. Voglio dire solo una cosa: dopo l’azienda sanitaria, credo che il mondo delle scuole paritarie sia una delle “aziende” più importanti del Polesine che dà lavoro a 360 insegnanti. Siamo una opportunità per lo Stato perché se le paritarie in Polesine chiudessero il pubblico non ha ne strutture ne personale per accogliere i bimbi delle nostre scuole. Senza di noi gli enti pubblici locali dovrebbero provvedere a 3.800 bambini. Anche per questo meritiamo maggiore considerazione”.

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