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l’intervista

“Bisogna dare risposte e speranze alla comunità”

Graziano Azzalin, consigliere regionale di opposizione, (sui banchi del Pd) interviene sulle manovre nazionali e regionali legate al rilancio economico

“Bisogna dare risposte e speranze alla comunità”

Graziano Azzalin, consigliere regionale di opposizione, (sui banchi del Pd) interviene sulle manovre nazionali e regionali legate al rilancio economico.

Azzalin come si sta muovendo il Pd, a livello regionale, per aiutare le aziende e le famiglie in difficoltà?

“Durante la prima variazione di bilancio, per esempio, è stata approvata la nostra proposta, di cui ero primo firmatario, per aumentare la dotazione del Fondo regionale di garanzia in favore delle Pmi. Le imprese hanno bisogno di liquidità e di essere accompagnate nel momento della ripresa, perché ci vorrà del tempo per tornare alle condizioni ‘ante coronavirus’. Per quanto riguarda il commercio, inoltre, crediamo che la Regione debba non solo contribuire ad abbattere alcuni costi dovuti all’emergenza ma soprattutto accompagnare la ripresa e finanziare piattaforme che favoriscano le vendite online e consegna a domicilio, che non possono essere prerogative dei grandi gruppi. Infine le famiglie: il governo sta attuando importanti provvedimenti, l’azione della Regione e dei Comuni deve essere complementare. Nella prima variazione al bilancio avevamo presentato proposte per il sostegno alla didattica a distanza e il bonus baby sitter, che però sono state respinte”.

La polemica politica in Veneto in questi giorni è stata minima, è prevalso il vostro spirito di collaborazione?

“Certamente, in una situazione emergenziale come questa dobbiamo remare nella stessa direzione: gli obiettivi comuni vanno anteposti. Dobbiamo dare risposte e speranze a una società sconvolta dalla pandemia. Non è un caso che sulla prima variazione al bilancio ci siamo astenuti: le risorse secondo noi erano insufficienti, ma la manovra va nella giusta direzione”.

Secondo voi Zaia sta cavalcando in modo eccessivo la contrapposizione fra Stato e Regioni?

“Credo sia un dato oggettivo, amplificato dal monopolio dell’informazione con conferenze stampa a getto continuo. Quando c’erano le chiusure voleva provvedimenti più restrittivi, con le aperture vuole un ‘liberi tutti’, come per dimostrare di essere il più bravo. Le ordinanze regionali hanno spesso creato confusione, mettendo in difficoltà sindaci e forze dell’ordine. Una maggior collaborazione sarebbe opportuna e auspicabile. Guardiamo la Germania: è una Repubblica federale ma c’è un’unica linea di comando”.

E’ giusta la protesta dei commercianti che chiedono di aprire al più presto le loro attività?

“Vivono una situazione pesante e la protesta è assolutamente sensata, anche se qualche forza politica ha provato a strumentalizzarla. Il criterio di riaperture differenziate sul territorio è condivisibile, ma va fatto sulla base di un monitoraggio condiviso con lo Stato, non che ogni Regione fa ciò che vuole. I miglioramenti sanitari sono frutto della chiusura e delle cautele adottate, ci vuole attenzione e razionalità per non correre il rischio di dover tornare indietro”.

E le segnalazioni di imprenditori e lavoratori per la lentezza nell’erogazione di prestiti e cassa integrazione?

“Per quanto riguarda i prestiti con la garanzia dello Stato, gli istituti bancari si devono muovere in maniera più celere. È stato firmato un accordo con l’Abi e va rispettato, ognuno si assuma le proprie responsabilità, come ha fatto il Presidente del Consiglio scusandosi per i ritardi sulla cassa integrazione. Il sistema si è ingolfato per un ricorso generalizzato del tutto eccezionale, ma non può essere una giustificazione valida ‘per sempre’. Mi auguro che questi ritardi scompaiano già dai prossimi giorni”.

La Regione Veneto sta facendo abbastanza per sostenere il sistema economico?

“Giudicheremo e nel caso contribuiremo a migliorare i prossimi provvedimenti. Finora le risorse sono state poche, attendiamo di vedere se con l’assestamento di bilancio, tenuto conto dei provvedimenti statali, ci sarà un aumento sufficiente”.

Il sistema sanitario veneto, che a detta di molti è stato fra i migliori in Italia, come si è comportato?

“Fondamentale è stato il ruolo dell’Università di Padova con l’intuizione dei tamponi del professor Crisanti e l’impegno instancabile delle migliaia di lavoratori della sanità. Impegno che sarà riconosciuto anche economicamente grazie alla nostra battaglia. Per il resto ha retto il modello di integrazione sociosanitaria che affonda le sue radici nei primi governi di centrosinistra e che abbiamo difeso facendo anche ostruzionismo in consiglio quando ci fu la riforma sanitaria. Sono passate le nostre proposte che hanno permesso di non smantellare la medicina territoriale. Qualcosa non ha invece funzionato per le case di riposo, con troppi contagi e troppe vittime: sono state lasciate a lungo sole nel fronteggiare l’epidemia. Perciò siamo favorevoli a una commissione per far emergere e verificare le reali responsabilità, senza scaricare tutto sulle case di riposo”.

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