VOCE
coldiretti
14.05.2020 - 19:04
L’associazione stima perdite per sei milioni di euro l’anno a causa degli animali selvatici
Gazze divorano ciliegie, cinghiali devastano vigneti, le nutrie erodono i canali: il quadro dei danni provocati dalla fauna selvatica è allarmante e - nonostante l’emergenza sanitaria - non s’è fermato. Coldiretti Veneto segnala perdite per un valore di oltre due milioni, una media annua calcolata in base alle denunce e perizie depositate agli uffici competenti.
Soltanto in Polesine secondo il report della Coldiretti regionale, ci sono oltre 14mila nutrie. E sono proprio questi animali a creare i maggiori danni all’agricoltura, oltre a costituire un pericolo per la sicurezza idrogeologica del territorio.
Eppure “l’approccio è ancora timido - sottolinea Coldiretti - molti agricoltori in base agli scarsi indennizzi (in alcuni anni appena il 30%) e ai tempi burocratici (spesso più di due anni), rinunciano a presentare istanze. Per cui - sostiene l’associazione - il valore è sicuramente tre volte tanto”. E dunque si attesterebbe addirittura a quota sei milioni di euro.
Dalle colture al sistema idrogeologico, i disagi non sono solo per l’operato degli agricoltori: si aggiungono al conto, infatti, i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina, e migliaia di incidenti a carico dei cittadini coinvolti in sinistri i cui rimborsi non coprono neppure le spese delle pratiche necessarie.
L’aut aut di Coldiretti Veneto contro gli animali selvatici avviene proprio nell’approssimarsi della piena ripresa vegetativa alla vigilia della riapertura delle attività post pandemia. “La misura è colma - conclude infatti la Coldiretti del Veneto - la pazienza degli imprenditori agricoli è esaurita. A fronte di episodi rilevati da ogni parte del territorio ogni azione e misura attivata è sempre purtroppo insufficiente”.
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