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IL FENOMENO

Rivolta al bar, “ridateci le carte da gioco”

Non sono igieniche: vietata anche la briscola. “E noi adesso che facciamo?”. Tanta nostalgia per le sfide all’ultimo scarto e gli sfottò

Rivolta al bar, “ridateci le carte”

Effetti collaterali dell’emergenza. Dai bar sono sparite le carte, sacrificate sull’altare del distanziamento sociale e delle norme anti-contagio. Ma un intero popolo, ora, si sente orfano: è l’esercito della briscola ad ogni costo, centinaia di persone (a dire il vero, in gran parte non più giovanissimi) che ogni giorno, in lungo e in largo per il Polesine, si davano appuntamento alla stessa ora e allo stesso bar, per sfidarsi in interminabili partite all’ultimo scarto. In palio, un caffè d’inverno; un gelato d’estate. I più temerari anche “un bianco”, o la proverbiale spuma. Resto mancia.

Scegliamo Bosaro, ma lo stesso succede in quasi tutti i paesi, in quasi tutti i bar. Qui, lungo il 45esimo parallelo, è il Bar-In di via Aldo Moro il punto di ritrovo dei patiti delle carte: disciplina ufficiale scala 40; fischio d’inizio alle 13, chi c’è, c’è. Anzi, chi c’era: l’ultima partita (“fuori a 201”) risale a inizio marzo. Poi, più nulla. Prima il lockdown, poi il distanziamento, con le carte fatte sparire da Alex, il barista, per paura di contestazioni e multe.

“Colpa sua: si leccava sempre il dito prima di pescare”: dice Tullio, puntando il dito contro l’avversario di sempre, con il consueto tono canzonatorio. Si scherza, ma la realtà è che le carte da gioco, davvero, mancano a tutti quanti. “Ci hanno tolto il divertimento, ci hanno cambiato la vita. Siamo tutti pensionati, ora che facciamo dalla mattina alla sera?”, dice Rino.

Per gli amici del Bar-In di Bosaro, ormai, i tavolini restano vuoti. E’ sparito persino il panno verde. Eppure loro le soluzioni per risolvere il problema, manco a dirlo, le avrebbero. “Basterebbe attaccare due tavolini assieme, ci sediamo uno da una parte e uno dall’altro e il metro di distanza è rispettato”, suggerisce Rino. “Mascherina sempre addosso, e guanti per toccare le carte e il gioco è fatto”, aggiunge Tullio; e Mario, seduto lì vicino, approva.

Insomma: “Lasciateci giocare”. “Passi il divieto di giocare a carte, ma dalla prossima settimana ricominciano Coppa Italia e Serie A”, avvisa Rino, il commissario tecnico del gruppo. “Almeno le partite di calcio in televisione, speriamo che ce le lascino guardare senza fare storie”. Già: un divieto del genere sarebbe davvero troppo crudele da mandare giù.

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