VOCE
CONFINDUSTRIA
11.06.2020 - 21:27
Paolo Armenio
Anche sulle conseguenze sulla salute Assotelecomunicazioni rassicura con uno studio
Primo: "Per legge i comuni devono dare le autorizzazioni, le ordinanze che vietano il 5G si possono stracciare, violano le normative nazionali vigenti". Due: "Il problema dell’elettromagnetismo in Europa è governato da regole che esistono dal 2001, se i sindaci intravedono fantasmi, il digital divide in Italia aumenterà". Terzo: "Non possiamo essere miopi su questa partita dobbiamo governarla e controllarla, altrimenti saremo un paese finito".
Paolo Armenio, presidente del Terziario avanzato di Confindustria Venezia Rovigo e presidente di Ad Consultin srl, sulla questione delle frequenze potenziate e della tecnologia 5G non ha dubbi. "Consideriamo che in Polesine ci sono aree che non dico che abbiano ancora il doppino, ma l’Adsl sicuramente. Bene, il Covid ci ha dimostrato che il traffico del mobile è aumentato del 40% e quello dalla rete fissa del 70%. Dunque Internet veloce serve sia alle famiglie che alle imprese e alle professioni".
Altra informazione distorta tra le amministrazioni che stanno mostrando dubbi sulla tecnologia 5G è che sorgeranno nuove antenne: "No, il 5G usa le infrastrutture già presenti del territorio. Ma le reti Internet sono come le strade su cui camminiamo e viaggiamo. Hanno una portata, se i servizi, la velocità, l’esigenza aumenta questa strada, questo tubo va allargato. Adesso abbiamo una portata ridotta rispetto a servizi che vanno a incidere su tutta l’attività di un territorio". Un black out in una grande azienda come Amazon, che vive online, o delle strutture sanitarie, che oramai lavorano molto per via telematica, "è un grave danno per la crescita del territorio, non ce lo possiamo più permettere".
E il problema avanzato da molti, delle conseguenze delle frequenze del 5G sulla salute? Armenio mostra una relazione di Assotelecomunicazioni recente che sottolinea: "A fronte di molte migliaia di studi effettuati a livello mondiale negli ultimi 30 anni, le istituzioni scientifiche internazionali ed italiane, che sono preposte a definire le regole applicabili al funzionamento delle reti, non hanno accertato rapporti di causa-effetto tra i campi elettromagnetici generati dalle reti di telefonia mobile e la salute umana".
"Anche dopo l’avvio delle reti 5G, l’esposizione cui è soggetta la popolazione resta complessivamente sempre inferiore ai livelli stabiliti dalla normativa italiana, che è tra le più restrittive al mondo. Per il 5G e per gli altri sistemi, valgono i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici che fin dall’origine sono stati definiti con ampi margini di precauzione rispetto ai possibili pericoli. L’unico effetto accertato di breve termine è potenzialmente il riscaldamento dei corpi: entro i limiti di esposizione di legge, tale riscaldamento per l’uomo è impercettibile, temporaneo e reversibile".
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