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COMMERCIO

I ristoranti in lotta col (mal)tempo

Sedersi in tavolata fa ancora paura. I clienti preferiscono i dehors, ma la pioggia scoraggia. Pausa pranzo e Roverella non decollano

E’ stata una ripresa lenta, timorosa, quella dei ristoranti a Rovigo. Ma a un mese dalla riapertura hanno preso tutti le misure. E quasi quasi ci hanno preso gusto a servire ai tavoli, l’aperitivo, a gestire le prenotazioni, senza l’arrivo dell’ultimo momento che non vorresti scontentare, ma che di fatto “stressa” i gestori dei locali. Ma in queste ultime settimane ci ha messo lo zampino il maltempo, che ha rovinato intere giornate di lavoro a chi ha fatto affidamento sui plateatici gratuiti.

“I primi tre giorni dalla nostra riapertura, che è stata posticipata rispetto agli altri - racconta Cristina Cioffi, titolare delle Due Torri - I clienti hanno paura di entrare dentro, anche se posso dire che sono tutti rispettosi delle regole. Queste regole ci volevano, quello che abbiamo perso in tre mesi di chiusura è perso, ma almeno possiamo dire di lavorare”.

All’apertura è stato boom anche per l’Alicanto, che ha sofferto la pioggia della settimana trascorsa: “Ci aspettavamo peggio alla ripartenza - commenta Sara, responsabile di sala - Sono anche venuti dei clienti da Ferrara e questo fa piacere. In genere non vediamo molto movimento da fuori”.

La riapertura dal 30 maggio delle mostre a Palazzo Roverella non ha ancora l’effetto traino sulla ristorazione. “Lavoriamo sempre in pausa pranzo - racconta Chiara Novo della Zestea - ma ancora non si vede gente che ha visitato la mostra e cerca ristoro. Alla sera si è perso molto non potendo servire al bancone. E devo dire che non tutti rispettano le regole”.

Alla Tavernetta da Dante, uno degli ultimi locali a riaprire i battenti, i coperti sono diminuiti. Nei week end è tutto esaurito, mentre in settimana non è ancora il giro di clienti a pranzo e a sera di un tempo. Ma lo storico locale può contare su una gestione rodata, più forte della crisi.

Aperto da un anno, ha cambiato format e da “Perbelloni” è diventato “La Tappa”. “Abbiamo aperto il 19 maggio - spiega il titolare Nicola Belloni - Fin da subito si è vista la voglia della gente di stare all’aperto e questo, sommato alla novità del nuovo format del menù di Tapas, ha comportato un grande afflusso di clienti di tutte le età. Quando il tempo è stato clemente (poche volte purtroppo) a riempire 26 metri di plateatico con una sessantina di coperti anche durante le serate feriali. Diverso invece il discorso del pranzo dove si lavoro poco o nulla probabilmente per il fatto che molta gente lavora in smartworking o, come per le banche, ha solo 30 minuti di pausa. Via X luglio così piena di gente la sera è una bellezza. Speriamo nell’anticiclone”.

Anche Rubens Pizzo, della pizzeria Vesuvio, gestore anche del Corsopolitan, si dice soddisfatto a un mese dal post lockdown: “A livello di ristorazione è tutto più lento, mentre caffetteria e aperitivi, che diventano apericena, vanno per la maggiore. A noi non dispiace aver eliminato la ressa al bancone e servire ai tavoli. Purtroppo ancora molta gente evita le tavolate tra amici a causa del metro di distanza”.

 

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