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INFRASTRUTTURE

“Italia Veloce, perché Rovigo no?”

L’architetto Pipinato elenca almeno tre lavori essenziali e tanti altri fortemente necessari

“Italia Veloce, perché Rovigo no?”

L’architetto Pipinato elenca almeno tre lavori essenziali e tanti altri fortemente necessari

Il piano cosiddetto “Italia Veloce”, da poco varato dal governo nazionale, dimentica completamente il Polesine. Lo fa notare in un accorato intervento, l’ingegnere e architetto rodigino Alessio Pipinato che con il suo studio “Alessio Pipinato & partners” si occupa anche di opere pubbliche e infrastrutture. “Il Polesine, è fuori da tutte le opere prioritarie nazionali, ora è tempo di agire”, premette il professionista.

E in particolare elenca tre opere che i polesani attendono da 50 anni e a cui “non si può più rinunciare”: la prosecuzione della Transpolesana fino alla Romea, il raddoppio ed elettrificazione della linea ferroviaria Adria-Rovigo-Verona, e lo sblocco di tutta la A31 Valdastico fino a Trento. Senza contare tutta una serie di opere “come la terza corsia dell’autostrada A13, il rinnovo o nuova costruzione di buona parte dei ponti sul Po e sull’Adige, il completamento di tangenziali e circonvallazioni (prima tra tutte il passante Nord di Rovigo) ma meglio soffermarsi sulle prime tre”.

Prolungamento della Transpolesana La prosecuzione della statale 464 da Rovigo fino alla Romea, serve a “creare quel corridoio stradale infrastrutturale inesistente tra medio e basso polesine e per completare la direttrice ovest-est della Transpolesana; “tramontato il discorso della Nogara Mare, non resta che far proseguire naturalmente l’investimento completamente pubblico realizzando una strada statale, completamente gratuita come la “Ionica” a cui sono stati dedicati miliardi e miliardi di euro, perché a Rovigo no”.

Linea ferroviaria Adria Rovigo Verona. Questa, sottolinea ancora l’architetto: “Connetterebbe tutto il territorio rodigino e della Bassa Padovana con Verona e quindi direttamente con il Brennero, realizzando una ferrovia pubblica al passo con i tempi come in molte altre zone d’Italia, ad esempio come per l’‘opera prioritaria’ Termoli-Lesina a cui il piano ‘Italia Veloce’ dedica 700 milioni di euro, perché a Rovigo no?”.

Valdastico fino a Trento. Il piano Italia Veloce prevede invece che la A31 si fermi ai boschi prima di Trento.

“In tutta questa riflessione, pare opportuno un chiaro avviso ai naviganti: mentre qui si dorme, altrove si lavora sodo. E’ il caso dell’autostrada Cispadana, forte concorrente della Nogara Mare, che ha effettivamente vinto essendo stata introdotta nel piano ‘Italia Veloce’, connettendo Mantova con Ferrara”, conclude il professionista. “La riflessione deve essere molto seria, perché è indubbio il connubio tra sviluppo-crescita di un territorio e il suo assetto infrastrutturale. Quello rodigino è fermo sostanzialmente agli anni ’70: dopo, a parte la Valdastico, il nulla. Quindi fermare le infrastrutture significa bloccare un intero territorio sotto il piano economico e sociale. E provocare ingenti danni alle future generazioni, che dovranno fronteggiare un calo demografico costante, che progressivamente ci porterà alla insussistenza geopolitica. Pochi abitanti significherà infatti poca o pochissima capacità di generare attenzione per il territorio. Mi sarei atteso che dopo 50 anni qualcuno alzasse la mano nei luoghi e nelle sedi opportune per ricordare che questo territorio ha una necessità indifferibile per alcune infrastrutture note anche ai non addetti”.

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