VOCE
Il 5g
27.07.2020 - 20:12
La guerra per il 5G potrebbe scoppiare fra poco, settimane o mesi. Una guerra fra i Comuni che hanno detto no alla installazione di ripetitori per la tecnologia di ultima generazione e lo Stato che ha sancito l’impossibilità per le amministrazioni comunali di opporsi alle reti digitali che permettono l’attività on line ultraveloce.
In Polesine sono cinque i Comuni che si sono espressi, chi con delibere, chi con ordinanza sindacale, per dure no al 5G. Si tratta di San Bellino, Castelguglielmo, Lendinara, Corbola e Porto Viro. Altre amministrazioni, invece, ci stanno riflettendo, ed hanno chiesto approfondimenti e verifiche tecniche.
Ma l’area anti 5G è piuttosto diffusa e trasversale, comprendendo amministrazioni del M5S, ma anche di Lega, centrodestra, Pd e di ispirazione civica, su tutto il territorio nazionale. A Padova, ad esempio i Comuni che hanno detto no sono 23. Addirittura 40 a Lecce, 35 a Fermo, 19 a Vicenza, 15 a Bolzano. Fra le regioni contro spicca proprio il Veneto, con ben 72 Comuni che hanno provato, o provano, a mettersi di traverso a questa nuova tecnologia. Poi ci sono Marche e Puglia con 58 e 54 Comuni contrari. Quindi Sicilia (44), Campania (41), e Piemonte (28). In tutto oltre 430 amministrazioni locali schierate sul fronte del Nimby.
Ma su cosa si basa il fronte del no? In molti casi sulla necessità di approfondimenti, ma spesso aleggiano fake news e leggende metropolitane. La rivista Wired ha sottolineato che nei mesi scorsi anche in Italia aveva attecchito una tesi, priva di qualsiasi fondamento, che associava le reti di quinta generazione alla diffusione del coronavirus. E infatti Wired ha calcolato che in soli cinquanta giorni, tra aprile e il 20 maggio 2020, erano state emesse 200 delle allora 262 ordinanze dei sindaci contro il 5G. La riprova dell’impatto di quella fake news è proprio il calo di questi provvedimenti a lockdown terminato: 18 ordinanze a giugno, sette nei primi quindici giorni di luglio. Sembra che, passata la fase più dura dell’emergenza Covid, quindi, abbia perso forza anche la pressione sul 5G. Ma la protesta non si è affatto fermata. E infatti dopo i puntini sulle i del governo molti sindaci si sono detti pronti a resistere sulle barricate del no a prescindere. Il primo cittadino pentastellato di Chioggia, Alessandro Ferro, ha chiaramente detto che “voglio resistere il più possibile, ma devo capire cosa comporta. Non posso creare un danno al mio comune e se ci fossero conseguenze legali sarei costretto a revocarla”. Insomma pronto a revocare il provvedimento antiantenne, ma solo come ultima spiaggia.
Tutto perché con un emendamento nel decreto Semplificazioni il governo ha di fatto tolto ai sindaci la possibilità di bloccare le installazioni in maniera generalizzata. Molto critico anche il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte: “Il nuovo dl Semplificazioni stabilisce che i sindaci dovranno attenersi alle direttive statali in tema di antenne 5G. Si tratta di una limitazione all’autonomia dei sindaci su un tema delicato che tocca da vicino le comunità e il paesaggio. Il dl, di fatto, annulla tutte le ordinanze di quei Comuni che si erano opposti alla rete di nuova generazione. Ai sindaci viene tolta la possibilità di difendere il territorio e la salute dei cittadini che, per noi, viene prima di tutto. Queste infrastrutture rischiano di essere impattanti sotto molteplici punti di vista ed a pagarne le conseguenze saranno l’ambiente ed i cittadini e soprattutto le nuove generazioni che rischiano di avere in eredità un territorio rovinato. I sindaci vengono trattati come semplici esecutori di ordini che arrivano dall’alto e questo intacca la nostra dignità oltre che il nostro ruolo. Come presidente di Anci Veneto, ma anche come sindaco di Treviso, sto approfondendo la questione attraverso alcune conferenze con tecnici Ulss e Arpav e rappresentanti delle varie posizioni sul tema. Con la salute non si scherza”.
Con il termine 5G si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile. Questa “quinta generazione”, che segue le precedenti 2G, 3G e 4G, è quindi la tecnologia di connessione che utilizzeranno i nostri smartphone, ma anche e soprattutto i tanti oggetti connessi. Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta molto rapidi.
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