VOCE
Il caso
02.08.2020 - 22:14
Prete in quarantena e due battesimi annullati. E’ la conseguenza dei contatti del 35enne rodigino risultato positivo al coronavirus.
Si tratta del caso di positività registrato in Polesine qualche giorno fa, un rappresentante entrato in contatto con altre persone di una frazione di Rovigo, ora messe in isolamento precauzionale. Sabato mattina, nella chiesa della frazione, avrebbe dovuto essere celebrata la cerimonia del battesimo del figlio del 35enne e del figlio di un’altra coppia.
La positività dell’agente di commercio ha fatto scattare il protocollo di sicurezza, e così i due battesimi sono stati annullati. E il parroco che avrebbe dovuto somministrare il sacramento è stato messo in quarantena, in isolamento nella sua canonica. In isolamento anche la famiglia che avrebbe dovuto celebrare il secondo battesimo, e la famiglia del 35enne. Non è ancora stato chiarito se il rodigino abbia avuto contatti anche con altre persone e se anche queste siano state messe in quarantena. Per quel che riguarda il parroco, invece, non presenta sintomi particolari e ancora non sa se dovrà essere sottoposto a tampone. Ieri nella frazione rodigina si erano anche diffuse voci di altre persone finite in isolamento, persone che hanno frequentato la parrocchia nei giorni scorsi, ma di questo non ci sono conferme. Ieri, ovviamente il parroco non ha potuto celebrare le funzioni religiose della domenica.
Ieri è invece rientrato l’allarme legato alla febbre di una bimba di un centro estivo rodigino. Cosa che dimostra quello che potrebbe succedere alla riapertura delle scuole al primo segno di febbre di uno studente. L’allarme rientrato è quello della bimba di 18 mesi con la febbre, che aveva messo in allerta un asilo della città. Ieri l’Ulss ha spiegato che si trattava di una semplice influenza, una comunicazione diffusa a seguito dell’esito del tampone eseguito sulla piccola. Eppure la semplice notizia di una bambina di un’animazione estiva febbricitante aveva messo in allarme genitori e famiglie. Facendo scattare le mosse preliminari dei vari protocolli di intervento, con la possibilità che la struttura fosse addirittura chiusa per alcuni giorni. Figuriamoci cosa succederà fra qualche settimana con riapertura delle scuole e inizio dei mesi autunnali. Con sintomi di influenza diffusi e segnali di allarme sempre pronti a far scattare protocolli e isolamento.
“Il tampone eseguito sulla bimba - ha fatto sapere ieri l’Ulss 5 con una nota ufficiale - è risultato negativo quindi, domani (oggi ndr), l’attività si svolgerà in maniera regolare senza alcuna interruzione di servizio. Non è stato attivato alcun protocollo poiché la febbre non è stata rilevata all’interno della struttura. Erano state semplicemente avvisate le famiglie che, vista la richiesta del pediatra di esecuzione del tampone per la presenza di febbre, lunedì si sarebbe potuto attivare il protocollo con relativa sospensione dell’attività (qualora il tampone fosse stato positivo o l’esito non fosse arrivato in tempo)”. Quindi “Per non comunicarlo all’ultimo, creando disagi alle famiglie, si era preferito avvisare in maniera preventiva della possibilità di sospensione dell’attività, che, ribadiamo, non avverrà, vista la negatività del tampone. La richiesta di tampone è stata attivata, in via del tutto precauzionale, dal pediatra di libera scelta a tutela del minore interessato e dei bambini frequentanti il centro estivo”.
Nessun contagio al centro estivo e nessun educatore o maestra in isolamento, come invece era sembrato in un primo momento. L’allarme che ha tenuto in ansia famiglie e maestre per alcune ore può essere considerato una sorta di prova generale dell’attivazione del meccanismo di intervento in caso di febbre e rischio Covid all’interno di una scuola.
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