VOCE
TRAGEDIA IN OSPEDALE
28.09.2020 - 21:37
L’accusa, alla scorsa udienza, aveva domandato una condanna a 18 mesi, ma, nel pomeriggio, è arrivata l’assoluzione per Vincenzo Rametta, medico dell’ospedale di Rovigo, conosciuto e stimato, a processo per la tragedia verificatasi quasi cinque anni fa. Giovanni Morello, un bimbo di Anguillara Veneta, aveva sei anni, il 13 gennaio del 2016, quando morì nell’ospedale rodigino.
Era entrato - a quanto ricostruito nel corso dell’indagine - in Pronto soccorso, qualche giorno prima, poi era tornato, successivamente, per una febbre e dolore addominale che era stata valutata come gastroenterite, di cui molti bambini soffrivano in quel periodo. Purtroppo, invece, si trattava, a quanto avrebbero accertato i consulenti della Procura, di una ansa ileale strangolata, che avrebbe necessitato di intervento chirurgico.
A dover rispondere dell’ipotesi di reato di omicidio colposo, per colpa medica, dopo una prima fase nella quale erano state iscritte sul registro degli indagati varie persone, era rimasto, a processo, unicamente l’allora primario facente funzione di Pediatria, Vincenzo Rametta.
All’ultima udienza, prima di quella di ieri, il pubblico ministero Sabrina Duò, che aveva ereditato un fascicolo aperto dall’allora sostituto procuratore Davide Nalin, aveva chiesto 18 mesi.
Alla discussione erano stati sempre presenti i genitori di Giovanni, che hanno perso il loro unico figlio. L’avvocato di parte civile della famiglia Cristiano Violato, del foro di Padova, aveva chiesto, associandosi alla condanna, anche il risarcimento dei danni per i familiari, compresi i nonni del bambino.
A difendere il medico, invece, l’avvocato Sarti, di Mestre. Secondo i periti che erano stati nominati dal giudice, Rametta non avrebbe avuto responsabilità per il tragico esito della degenza, a fronte di un capo di imputazione che, invece, gli contestava di aver “omesso di richiedere una consulenza chirurgica generale o specialistica pediatrica, di richiedere approfondimenti ematochimici, di non aver richiesto approfondimenti strumentali, di non aver incluso nella diagnosi differenziale la possibile occlusione intestinale e in conseguenza di pregressi errori professionali la prescrizione dell’intervento chirurgico dell’asportazione dell’ansa ileale strangolata e il ripristino della canalizzazione”.
Il giudice, ha pronunciato una sentenza di assoluzione per l’imputato. L’unico. La tragedia, quindi, rimane senza responsabili.
Commenti all'articolo
raffaello13
29 Settembre 2020 - 10:28
I Medici di Pronto Soccorso sono oberati di pazienti, molti per fortuna non sono gravi e se la cavano positivamente. In mezzo purtroppo arriva quello grave ma poco sintomatico, ed è sempre in agguato la sottovalutazione. A posteriori è facile ipotizzare di aver trascurato, non approfondendo questo o quello, ma negli AFFOLLATI Pronto Soccorso NON C'E' la possibilità di fare TAC a Tutti quanti NON mostrino segno di Gravità. Un Medico che ha una % di errore bassa non può essere condannato per casi che non è riuscito a risolvere...
raffaello13
29 Settembre 2020 - 10:19
Purtroppo accadono spesso queste tragedie, causa la troppo elevata pressione sui medici di Pronto Soccorso che Umanamente non possono essere Infallibili e statisticamente hanno una % di errore che cresce con la stanchezza ti turni massacranti. Se mettiamo in galera i Primari Bravi quando sbagliano(e statisticamente almeno un 5% di errori è ineliminabile, resteranno a disposizione solo gli Incapaci e non credo che per i Pazienti migliori la statistica. La Perfezione non esiste.
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