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ROVIGO

Asm: 7.30, Azzalin torna in ufficio

Destinato al controllo della qualità dei servizi. “Ma il mio impegno politico non finisce qui”

Asm: 7.30, Azzalin torna in ufficio

Graziano Azzalin al suo primo giorno del suo "vecchio" lavoro

Destinato al controllo della qualità dei servizi. “Ma il mio impegno politico non finisce qui”

Sono le 7.30 quando Graziano Azzalin, per dieci anni consigliere regionale Pd e prima ancora vicesindaco di Rovigo, timbra il cartellino per la prima volta, dopo 16 anni di politica. Azzalin, dipendente di Asm spa dai primi anni ’90, è tornato ieri sul suo posto di lavoro.

Azzalin, com’è andato questo primo giorno?

"Direi bene. Con la proclamazione degli eletti, martedì, è finita la decima legislatura in Regione, ed è finito il periodo di aspettativa che mi spettava per legge. Così, ho subito comunicato all’azienda la disponibilità di tornare al lavoro, anche per non avere nemmeno un giorno di vuoto contributivo".

Cosa fa ad Asm?

"Ho una qualifica tecnica. Sono stato destinato alla certificazione della qualità dei servizi. E’ il mio primo giorno: sto imparando".

Com’è stata l’accoglienza da parte dei colleghi?

"Un po’ li conoscevo già: del resto, ho lavorato qui dall’inizio degli anni ’90 al 2006. Certo, tanti altri sono nuovi. Ma non c’è stata un’accoglienza particolare. Insomma, sono tornato al lavoro: mi sembra una cosa normale. Anche perché io ho sempre lavorato".

Quando ha iniziato a lavorare?

"A 15 anni, durante le vacanze estive della scuola. Lavoravo come aiuto cameriere per guadagnare qualcosa per permettermi gli studi e aiutare la mia famiglia anche al mantenimento dei miei fratelli: sa, sono il primogenito. Poi, appena diplomato, in agraria, sono andato a lavorare: avevo 19 anni e tenevo i corsi di formazione per un’associazione di categoria, nel nostro Delta".

Poi Asm, e infine la politica.

"Non ho mai smesso di lavorare: anche da vicesindaco e poi da consigliere regionale ho sempre interpretato il mio ruolo istituzionale come un lavoro a tempo pieno, a cui dedicare il massimo delle energie e della passione. Insomma: non ero certo uno che occupava la poltrona per incassare lo stipendio. Anzi, ho rinunciato pure al vitalizio, quando era ancora facoltativo. Lo consideravo un privilegio".

Di conseguenza, in questi dieci anni in Regione ha versato i contributi per la normale pensione. Quanto le manca?

"Alcuni anni. Verificherò nei prossimi mesi, ma andrò in pensione con i 42 anni di contributi: ho iniziato a 19 anni, oggi ne ho 61. Devo verificare, ma non ho fretta. Ci sarà tempo".

E con l’impegno politico ha chiuso?

"Certo che no. Resto al lavoro per Rovigo, in primo luogo, dove sono stato eletto consigliere comunale l’anno scorso. I problemi dei Comuni sono tanti e sotto gli occhi di tutti: dalle difficoltà della gestione dei servizi sociosanitari a quelle dei trasporti fino ad una pianificazione territoriale che sia rispettosa dell’ambiente. Dobbiamo imparare a spendere bene i tanti fondi che arrivano dall’Europa: la Regione in questo ha un ruolo fondamentale, ma deve coinvolgere il territorio, a cominciare dai Comuni. Per questo penso che l’esperienza che ho maturato in questi anni sarà utile alla città".

E per il suo Pd che futuro vede, dopo la batosta elettorale di due settimane fa?

"Un processo rifondativo non è più rinviabile. Dobbiamo aprirci a chiunque voglia dare un contributo al centrosinistra, e saper ascoltare e coinvolgere tutti. Per questo, però, bisogna abbandonare le vecchie logiche e mettere da parte i personalismi, altrimenti il Pd andrà incontro a morte certa. Non dobbiamo replicare gli errori del passato, e penso alla stagione delle primarie. Le elezioni comunali dell’anno scorso dimostrano che se ci mettiamo al servizio della comunità possiamo essere vincenti: ora siamo noi in amministrazione, e dobbiamo reggere a questa prova".

A proposito di Pd, oggi ha visto il segretario Giuseppe Traniello Gradassi, che è anche presidente di Asm spa?

"Sì, mi ha salutato e mi ha dato il bentornato in azienda, augurandomi buon lavoro. Poi la direzione mi ha trasmesso formalmente le mie nuove mansioni, le indicazioni di chi è il mio direttore d’area e le formalità da rispettare".

Com’è tornare qui dopo 14 anni di assenza?

"Dopo così tanto tempo in prima linea sono contento di poter dedicare più tempo alla mia famiglia e vivere meno tensioni. Anche tornare al lavoro mi ha dato sensazioni positive: sento che potrò recuperare spazi di vita che prima non mi potevo permettere. Al di là della vulgata dell’antipolitica, il mio lavoro istituzionale era a tempo pieno, senza festività definite. Non ho mai staccato il telefono, e tra compiti di rappresentanza e ruoli politici avevo cinque sere a settimana impegnate".

Ora, per Azzalin, comincia una nuova vita.

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