VOCE
L'Appello
18.10.2020 - 20:02
Giampietro Gregnanin, segretario regionale Uiltec
“Sostenere lavoratori e imprese, in Polesine si rischia un’impennata del 25% di licenziamenti”
Tamponi di massa e sicurezza nei luoghi di lavoro. E rinnovare sostegno a lavoratori e imprese per evitare che in Polesine, nel sole settore manifatturiero, ci sia un aumento di disoccupati del 25%. Lo chiede Giampietro Gregnanin segretario della Uiltec del Veneto. “Purtroppo - dice il sindacalista rodigino - come temevamo, con l’arrivo dell’autunno il Covid 19 è tornato nelle nostre vite quotidiane e lavorative.
E’ bene ricordare i dati statistici che hanno colpito le aziende del Veneto e della nostra provincia durate il periodo di lockdown: nel Veneto in quel periodo sono state 24 milioni le ore di cassa integrazione, 5 milioni delle quali hanno interessato la provincia di Rovigo. Sono dati che hanno impoverito ulteriormente il reddito procapite dei lavoratori del territorio, che già erano fra i più bassi della regione, ed è utile ricordare che stiamo parlando mediamente di cassaintegrazione di 700 euro a testa al mese. E’ solo grazie a questi ammortizzatori sociali che molte aziende sono ancora aperte, è quindi indispensabile, visto il riproporsi degli eventi, che debba esserci la proroga della cassa Covid oltre il 31 dicembre 2020 e del blocco dei licenziamenti, così come vengono prorogati sostegni alle imprese e alle economie”.
“Se ciò non avvenisse - continua Gregnanin - avremmo un incremento dei disoccupati, soprattutto nel settore manifatturiero del nostro territorio, attorno al 25%. Ma la questione più importante ancora oggi è mettere al centro la salute di cittadini e lavoratori e ricordare che ‘una commessa non vale un vita’. Vanno rafforzate tutte le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso i comitati per la sicurezza dei lavoratori istituiti per Dpcm e a tal fine sarebbe opportuno mettere in atto quei controlli di massa che si fanno nelle scuole attraverso i tamponi anche negli ambienti di lavoro. Ciò aumenterebbe la sicurezza dei lavoratori e ridurrebbe il rischio di sospendere le produzioni non essenziali, come purtroppo successe nei mesi di lockdown.
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