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VIABILITA’

“Viale Trieste sta crollando, sotto c'è il vuoto”

La rabbia dei residenti che tornano a chiedere attenzione per le condizioni della strada

“Viale Trieste sta crollando, sotto c'è il vuoto”

Viale Trieste grida, ancora una volta, aiuto. Ed è ancora Massimo Veronese, rappresentante dei residenti della zona, a mettere nero su bianco il disappunto per la situazione della strada, un tempo “la più bella della nostra città” e ora trasformata “in una via che rende nervosi”.

Il riferimento è agli (ennesimi) lavori per la sistemazione di sottoservizi, iniziati soltanto martedì. “Con un certo sgomento - scrive Veronese - abbiamo metabolizzato che nessuno sa esattamente che cosa sia successo sotto la pista ciclabile e a che cosa si vada incontro. Noi lo sappiamo: la strada sta crollando poiché sotto l’esiguo manto stradale c’è il vuoto. Lo ripetiamo da anni - denuncia - ma come in tutte le dispute, nello scontro tra cittadini e politici l’emotività prende il posto della logica. Nessuna amministrazione comunale, nessun ente preposto programma un lavoro di sistemazione definitivo ma si limitano da interventi spot ad intervalli di alcuni mesi l’uno dall’altro quando vedono tratti di strada crollare sotto i loro occhi e si spaventano, e allora intervengono”.

La battaglia per la sistemazione complessiva della strada - ricorda Veronese - è iniziata ormai 7 anni fa, e da allora ha cambiato diversi interlocutori, sia tra i politici alla guida della città che tra i tecnici. Ora, i residenti si sono stancati. “Non ci fidiamo più di nessuno”, dicono. E spiegano: “Abbiamo ripetutamente invitato il sindaco Gaffeo a fare una biciclettata lungo i 900 metri lineari della nostra ciclabile per verificarne lo stato, ma ha preferito declinare l’invito e inaugurare una nuova pista ciclabile in Commenda poco prima delle elezioni regionali. L’ultima persona che abbiamo ascoltato, poi, è l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Favaretto: anche lui ora ci dà ragione ma purtroppo rimpalla la responsabilità ad altri con risposte che ci sembrano scritte da un funzionario di un ministero molto distante dal mondo reale dei nostri disagi”.

“Più ascoltiamo - la conclusione - e meno capiamo”.

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