VOCE
L’INDAGINE
23.10.2020 - 20:12
Quelle scarpe di lusso che venivano a mancare costantemente e poi la sentinella d’allarme, lo scorso anno, a inizio 2020: modelli di Louis Vuitton ancora non usciti nel mercato, alla metà del prezzo. La società di manifatture che ha sede a Ferrara, la Berluti di Gaibanella, ha avviato un’indagine insieme ai carabinieri, che ha portato alla denuncia di due dipendenti infedeli e di un ragazzo, due dei quali polesani, per un furto di scarpe e pellame al momento quantificato in 400mila euro.
I due dipendenti, uno dei quali un 50enne di Occhiobello, asportavano la merce dalla ditta, mentre il ragazzo 28enne di Fratta Polesine, tramite un nicknme piazzava le scarpe di lusso e il pellame su Internet. In prima battuta la ditta ha avviato un’investigazione privata per capire come questo sito vendesse le scarpe, comprandone anche un paio. Una volta capito che erano del tutto originali, hanno coinvolto le forze dell’ordine. Con il lockdown, a febbraio, si è fermato tutto, anche l’attività di riciclaggio della merce. Ma una volta riaperte le imprese, sono ripresi i furti e le vendite online.
I carabinieri di Ferrara hanno sequestrato due quintali di pelli pregiate e recuperato 400mila euro di merce.
La speranza vana era quella di non destare sospetti, ma in azienda il continuo ammanco di calzature di lusso non poteva passare inosservato, anchee perché la produzione è limitata e la pelle è tracciata scrupolosamente.
L’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ferrara, è scattata all’alba di mercoledì 21 ottobre, con tre perquisizioni domiciliari e una presso l’azienda, che ha portato alla denuncia dei due dipendenti della società e del giovane di Fratta, nonché al recupero di refurtiva per un controvalore di circa 400.000 euro. I dirigenti della Berluti, avevano dunque notato che da un paio di anni comparivano loro prodotti, originali, in vendita su siti internet, ad una cifra pari al 50% del normale prezzo di mercato.
Dopo una prima investigazione interna, i militari hanno attivato immediatamente le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ferrara, ma, considerato il periodo di lockdown, anche le vendite del prodotto sui siti internet appariva molto rarefatta. Con la “Fase 2 covid” anche gli autori dei furti si rimettevano in piena attività, per cui gli investigatori hanno potuto monitorare ed identificare il venditore on line, al 28enne della provincia di Rovigo, il quale è stato sottoposto a “monitoraggio”. Dalle attività investigative svolte sul conto del giovane si è potuto risalire anche ai suoi “fornitori”, che sono stati identificati nel 53enne di Occhiobello e in una donna di 45 anni, di origini straniere di Ferrara, entrambi dipendenti della nota firma.
Si poteva così documentare che, periodicamente i due collaboratori infedeli, sottraevano pochi capi dal ciclo produttivo finale, per portarli presso le proprie abitazioni. Successivamente contattavano il loro complice per la vendita on line dei prodotti sottratti. Il danno arrecato alla società, nel corso degli anni, è stimato in diverse centinaia di migliaia di euro. Nel corso delle perquisizioni è stata recuperata refurtiva, tra capi fini e materie prime (pelli) per un valore stimato di circa 400.00 euro, restituito ai legittimi proprietari. Terminata questa prima importante fase, il Nucleo Investigativo, coadiuvato dal servizio di sicurezza aziendale che ha già fornito un determinante contributo in questa fase, proseguirà nelle indagini, al fine di verificare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti. Così, nonostante le cautele adottate dai due dipendenti infedeli, l'azienda di Gaibanella ha cominciato a sospettare la presenza di ladri "interni" e ha incaricato un'agenzia di investigazioni private per i primi riscontri, poi confermati dalle successive indagini dei carabinieri di Ferrara.
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